26 novembre 2015

Il conflitto siriano 2011-2015


foto da La voce del Trentino, Link all'articolo
 it.wikipedia Siria

Mandato francese (1920 - 1946)
Nel 1920, un breve regno indipendente della Siria venne istituito con Faisal I della famiglia Hashemita. Tuttavia il suo dominio sulla Siria si è concluso dopo solo pochi mesi, in seguito alla battaglia di Maysalun. Le truppe francesi occuparono la Siria l'anno dopo la conferenza di San Remo che propose alla Lega delle Nazioni Unite di mettere la Siria sotto mandato francese. Il generale Gouraud accordò con il suo segretario De Caix due opzioni: "O costruire una nazione siriana che non esiste... sanando le fratture che ancora la dividono" o "coltivare e mantenere tutti fenomeni, che richiedono il nostro arbitrato che queste divisioni procurano".
De Caix aggiunse: "Io devo dire che solo la seconda opzione mi interessa". Questo è ciò che Gouraud fece.
Nel 1925 Sultan al-Atrash guidò una rivolta che era scoppiata nella montagna Druze e si era diffusa travolgendo tutta la Siria e parte del Libano. Al-Atrash vinse diverse battaglie contro la Francia, in particolare la battaglia di al-Kafr del 21 luglio 1925, la battaglia di al-Mazraa del 2 e 3 agosto 1924 e la battaglia di Salkhad, al-Musayfirah e Suwayda. La Francia mandò migliaia di truppe dal Marocco e dal Senegal, per riconquistare delle città, anche se la resistenza durò fino alla primavera del 1927. I francesi condannarono a morte Sultan al-Atrash, ma questi scappò con i ribelli in Transgiordania e alla fine fu perdonato. Ritornò in Siria nel 1937 dopo la firma del trattato trattato tra Siria e Francia.
La Siria e la Francia negoziarono un trattato di indipendenza nel settembre del 1936, e Hashim al-Atassi fu il primo presidente ad essere eletto nella prima moderna Repubblica di Siria. Comunque il trattato non entrò mai in vigore perché la legislatura francese si rifiutò di ratificarlo. Con la conquista nazista della Francia nel 1940, durante la Seconda Guerra Mondiale, la Siria passò sotto il controllo dello stato di Vichy fino a che gli Inglesi e i Francesi che non facevano parte dello stato di Vichy occuparono il territorio di Siria-Libano nel Luglio 1941.
Le continue pressioni dei nazionalisti siriani e degli inglesi forzarono la Francia a evacuare le sue truppe alla fine della guerra nell'aprile 1946 lasciando il territorio nelle mani del governo repubblicano formatosi durante il mandato, la Siria diviene una repubblica indipendente.
Repubblica di Siria indipendente (1946 - 1966)
Il disordine dominò la politica siriana dall'indipendenza fino alla fine del 1960.
Nel maggio del 1948, subito dopo la nascita dello Stato di Israele, le forze siriane insieme ad altri stati arabi invasero Israele e attaccarono gli insediamenti ebraici. Shukri al-Quwwatliil primo presidente della Siria indipendente, voleva che le truppe siriane al fronte distruggessero i Sionisti.
L'invasione era dovuta al disaccordo delle forze arabe sulla nascita dello Stato di Israele.
La sconfitta in questa guerra fu uno dei fattori scatenanti il colpo di stato siriano del Marzo 1949 organizzato dal Colonnello Husni al-Za'im, noto come il primo colpo di stato del mondo arabo dall'inizio della Seconda Guerra Mondiale. Questo fu presto seguito da un altro colpo di stato da parte del Colonnello Sami al-Hinnawai che fu rapidamente deposto dal Colonnello Abid Shishakli, tutti questi fatti avvennero nel corso dello stesso anno. Shishakli abolì il multipartitismo, ma fu sconfitto nel 1954 da un colpo di stato e il sistema parlamentare fu restaurato.
Però, questa volta, il potere fu concentrato nelle mani delle forze militari e dei servizi di sicurezza.
La debolezza delle istituzioni parlamentari e la cattiva gestione dell'economia portò a una situazione di instabilità politica e sociale e all'influenza del Nasserismo e di altre ideologie.
C'era un campo fertile per i nazionalisti Arabi, Siriani e i movimenti socialisti che rappresentavano gli elementi ai margini della società. In particolare c'erano minoranze religiose, che chiedevano riforme radicali. Nel novembre 1956, come risultato diretto della Crisi di Suez, la Siria firmò un patto con l'Unione Sovietica. Questo diede un punto d'appoggio per l'influenza comunista all'interno del governo in cambio di equipaggiamenti militari. La Turchia diventò presto preoccupata di questo incremento di forza militare della Siria, poiché sembrava possibile che la Siria avrebbe potuto cercare di riprendere l'Iskenderun. Soltanto forti dibattiti nelle Nazioni Unite diminuirono la minaccia della guerra.
Il 1 Febbraio 1958, il presidente siriano Shykri al-Quwatli e Nasser, presidente dell'Egitto, annunciarono la fusione tra Siria ed Egitto, creando la Repubblica Araba Unita, e tutti i partiti politici siriani, come anche i comunisti, cessarono le loro attività.
Nel mentre, un gruppo di ufficiali di Ba'atist Siriani, allarmati dalla debole posizione del partito e dalla crescente fragilità dell'unione, decisero di formare un Comitato Segreto Militare; inizialmente i suoi membri erano il Colonnello Muhammad Umran, il Maggiore Salah Jadid e il Capitano Hafez al-Assad. Quando la Siria si separò il 28 Settembre 1961, la crescente instabilità culminò nel colpo di stato del 8 marzo 1963. La presa di potere fu organizzata da membri del partito socialista arabo Ba'ath guidato da Michel Allaq e Salah al-Din al-Bitar. Il nuovo governo era dominato dai membri Ba'ath.
Siria Ba athista (1966-2016)
Il 23 febbraio del 1966 il comitato militare realizzò un colpo di stato interno al partito, imprigionò il presidente Amin Hafez al-Assad e designò un governo regionale e civile Ba'ath il 1 marzo.
Nureddin-al-Atassi fu nominato capo dello stato, ma effettivamente fu Salah Jadidi a governare la Siria dal 1966 al 1970.
Il colpo di Stato provocò una spaccatura all'interno del pan-Arab Bath Party: si creò un gruppo Ba'ath iracheno e uno siriano.
All'inizio del 1967 esisteva uno stato di guerra latente tra la Siria e Israele.
Il conflitto per i terreni coltivati da Israele nella zona demilitarizzata causò il 7 aprile scontri aerei fra Israele e la Siria.
Il 5 giugno del 1967 Israele attaccò l'Egitto e diede inizio alla Guerra dei Sei giorni, la Siria prese parte alla guerra e attaccò Israele. Negli ultimi giorni di guerra Israele conquistò alla Siria i due terzi delle alture del Golan in sole 48 ore. La sconfitta causò la rottura tra Jadid e Assad.
Il disaccordo tra Jadid, che controllava l'apparato di partito e Assad, che controllava i militari continuò dopo la guerra. Nel 1970 il ritiro delle forze siriane inviate ad aiutare il OLP (Organizzazione per la liberazione della Palestina) durante le ostilità del "Settembre Nero" (guerra combattuta tra l'OLP e la Giordania tra il settembre 1970 e il luglio 1971 per il potere in Giordania) con la Giordania riflette questo disaccordo. La lotta per il potere culminò nel novembre del 1970, quando il Corrective Movement, un colpo di stato militare pacifico, che mise al potere Hafez al-Assad, appartenente alla minoranza religiosa musulmana scita degli alawiti, che ancora detiene il potere.
In 6 ottobre 1973, Siria ed Egitto diedero inizio alla guerra dello Yom Kippur contro Israele, L'Egitto per riconquistare la penisola del Sinai e la Siria le alture del Golan, perse nella Guerra dei Sei Giorni. La guerra ebbe fine il 25 ottobre con un “cessate il fuoco” imposto dalle Nazioni Unite. Le trattative seguite alla guerra condussero agli accordi di Camp David nel 1978, il Sinai fu assegnato all'Egitto, che riconobbe l'esistenza dello Stato di Israele.
All'inizio del 1976 la Siria diede inizio all'occupazione militare del Libano, durata trenta anni. Nei 15 anni successivi della guerra civile la Siria combatté per il controllo sul Libano e tentò di fermare Israele dalla conquista del sud del Libano. La Siria restò in Libano fino al 2005.
Nell'ultima parte degli anni 70 ebbe inizio un periodo di attacchi guidati da musulmani sunniti, in gran parte della Fratellanza musulmana, rivolti contro il governo ba'athista. Gli attacchi colpivano civili e militari fuori servizio, molti civili morivano negli attacchi di rappresaglia delle forze di sicurezza del governo. La lotta per il potere raggiunse la massima tensione nel 1982 durante il massacro di Hama quando dalle 10.000 alle 40.000 persone furono uccise da truppe regolari siriane.
La Siria ha partecipato alla Guerra del Golfo contro Saddam Hussein. La guerra ebbe inizio il due agosto 1990, una coalizione internazionale di 34 stati guidati dagli Stati Uniti e dal presidente George Bush senior attaccarono l'Iraq, dopo che questo aveva a sua volta attaccato il Kuwait, accusandolo di rubargli petrolio; questa guerra fu la prima delle due guerre combattute dagli Stati Uniti contro l'Iraq, la seconda fu combattuta nel 2003, in seguito all'attacco alla Twin Towers a New York.
La Siria ha partecipato alla Conferenza di Madrid multilaterale nel 1991, che ha cercato di riavviare il processo di pace tra Israele e i Palestinesi, e durante gli anni 90 è stata impegnata nelle negoziazioni con Israele. Queste negoziazioni fallirono e non ci furono ulteriori contatti siro-israeliani finché il presidente Haffez al Assad si incontro con il presidente Clinton a Ginevra nel Marzo del 2000.
Hafez al -Assad muore il dieci giugno del 2000. Suo figlio Bashar al- Assad è stato eletto presidente in un'elezione nella quale non c’erano altri candidati.
Dopo la sua elezione nasce il movimento “Damascus Spring”, un movimento popolare che nutre speranze di riforma del sistema politico. Ma nell’autunno 2001 le autorità sopprimono il movimento imprigionando i principali esponenti soprattutto gli intellettuali. Le riforme democratiche tanto desiderate si sono limitate ad alcune leggi che regolamentano il mercato.
Il 5 ottobre 2003 Israele ha bombardato un luogo vicino a Damasco, sostenendo che fosse una struttura di addestramento per terroristi della Jihad ( guerra santa)
Nel marzo 2004 i Siriani Curdi e gli Arabi si sono scontrati nel Nord-Est della città di Al-Qamishli. Segni di disordini sono stati registrati nelle città di Al-Qamishili e Hassakeh. Nel 2005 la Siria ritira le sue truppe dal Libano. Il 6 settembre 2007 i Jet Israeliani hanno compiuto l’operazione Orchard contro un sospetto reattore nucleare in costruzione con la supervisione di tecnici Nord Coreani.
L'attuale Guerra Civile Siriana ha avuto inizio nella primavera del 2011 come prosecuzione delle proteste nate dalla Primavera Araba. La Primavera Araba è stato un grande movimento di protesta che ha investito i principali paesi arabi, Tunisia, Egitto, Turchia, Yemen e Siria, nella primavera del 2011. Il movimento ha tratto ispirazione dalla rivoluzione tunisina del dicembre 2010, esplosa dopo che, il 17 dicembre 2010, Tarek el-Tayeb Mohamed Bouazizi, un venditore di frutta di ventisei anni, si è dato fuoco per protesta contro i soprusi della forza dell'ordine ed è morto. La Primavera Araba è finita verso la metà del 2012.
La Guerra Civile Siriana è iniziata come una catena di proteste pacifiche, seguita dalla repressione dell'esercito siriano. Nel luglio 2011 alcuni disertori dell'esercito governativo siriano hanno proclamato la formazione dell'Esercito Siriano Libero.
A combattere la minoranza alawita che detiene il potere in Siria dal 1970 sono i musulmani sunniti; nella guerra si sono introdotti i terroristi dell'IS (Islamic State) o Daesh che hanno creato nel territorio dell'Iraq e della Siria lo Stato Islamico di Iraq e Siria (ISIS), detto anche califfato, proclamato nel giugno del 2014.
Secondo diverse fonti, tra cui l'ONU e UNHCR (Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati), più di 250.000 persone sono state uccise dall'inizio della guerra, tra queste ci sono migliaia di bambini. Per sfuggire alla violenza milioni di siriani sono stati costretti ad abbandonare le loro case e a fuggire verso i paesi vicini, Giordania, Iraq, Libano e Turchia e centinaia di migliaia di profughi sono giunti in Europa.
da en.wikipedia Syria  (traduzione a cura della 1AL a.s.2015-2016)

Domande e risposte

Mandato francese (1920 - 1946)
Quanto durò il mandato francese in Siria?
Dalla conferenza di Sanremo tenutasi nell'aprile del 1920 all'aprile del 1946
In quale periodo ci fu un rivolta contro la Francia, guidata da chi?
Nel 1925 e fu guidata da Al-Atrash.
Quando la Francia abbandona la Siria.
Nell'aprile del 1946
Quando la Siria diviene una repubblica indipendente?
La Siria diviene una repubblica indipendente nell'aprile del 1946.

Repubblica di Siria indipendente (1946 - 1966)
Quando si combatte la prima guerra tra forze arabe e Israele perché?
Nel maggio 1948 all'indomani della proclamazione di Israele, perché gli stati arabi confinanti non erano d'accordo con la nascita dello stato di Israele.
Con chi e quando la repubblica siriana firma un patto?
Nel novembre 1956 con L'Unione Sovietica.
Chi e perché si preoccupa della crescente potenza militare della Siria?
La Turchia perché temeva che la Siria volesse riprendersi la città di Iskenderun
Quando si forma la Repubblica Araba Unita che unisce Egitto e Siria?
Nel 1958
Quando si separa la Siria?
Nel settembre del 1961
Chi detiene il potere dopo il colpo di stato del 8 marzo 1963?
Il partito Ba'ath

Siria Ba athista
(1966-2016)
Chi si impadronisce del potere all'interno del partito Ba'ath nel 1966?
Salah Jadidi
Quando e tra chi è combattuta la Guerra dei sei giorni?
La Guerra dei sei giorni fu combattuta nel giugno del 1967 da Israele contro l' Egitto e la Siria
Come termina?
La guerra termina con la vittoria di Israele e la sconfitta della Siria che perde le Alture del Golan
Quando Hafez al-Assad prende il potere?
Nel novembre del 1970
A quale minoranza religiosa musulmana appartiene Hafez al- Assad?
A quella degli Alawiti
Quando ci fu la guerra dello Yom Kippur?
Nell'ottobre del 1973
Quando si tennero gli accordi di Camp David?
Nel 1978
Perché furono importanti?
Perché l'Egitto riconobbe Israele
Cosa è avvenuto nella città di Hama nel 1982?
Ci fu un massacro di civili, in seguito allo scontro tra le forze militari del governo siriano e i ribelli della Fratellanza musulmana
A quale guerra partecipa la Siria nel 1990?
Alla guerra contro l'Iraq
Quando viene eletto Bashar al-Assad?
Nel giugno del 2000 dopo la morte del padre
Che cos'è “Damascus Spring”?
Un movimento politico popolare che vuole riformare il sistema politico
Come si comporta il regime nei confronti del movimento?
Lo reprime imprigionando le persone che lo animano
Quando è iniziata la Guerra Civile Siriana?
Nella primavera del 2011Che cos'è la Primavera arabaLa Primavera Araba è stato un grande movimento di protesta che ha investito i principali paesi arabi, Tunisia, Egitto, Turchia, Yemen e Siria, nella primavera del 2011Quale episodio ha dato inizio alla Primavera araba?
La rivoluzione tunisina del dicembre 2010, esplosa dopo che, il 17 dicembre 2010, Tarek el-Tayeb Mohamed Bouazizi, un venditore di frutta di ventisei anni, si è dato fuoco per protesta contro i soprusi della polizia ed è morto.
Chi combatte la minoranze alawita al potere in Siria?
I musulmani sunniti
Quando è stato proclamato lo Stato islamico di Iraq e Siria detto anche califfato?
Nel giugno del 2014
Che cosa ha provocato la Guerra civile in Siria?
Centinaia di migliaia di morti, tra cui moltissimi bambini e milioni di profughi
Quali sono gli attentati terroristici rivendicati dall'ISIS compiuti tra ottobre e novembre 2015?
Quale decisione è stata recentemente presa dal Consiglio di sicurezza dell'ONU?

Articoli di approfondimento per la produzione del blendspace

"Siria un incubo chiamato "proxy war" la guerra per procura"
di Gideon Rachman 7 ottobre2015 Il sole 24Ore (link all'articolo)
Negli anni 30 del secolo scorso la guerra civile in Spagna risucchiò una gran quantità di forze straniere, con i nazisti tedeschi a sostegno dei nazionalisti, l'Unione Sovietica in aiuto dei repubblicani e gli idealisti di tutto il mondo che si ammassavano per combattere con l'una o l'altra delle parti in conflitto. Un'analoga “proxy war”, guerra per procura, è in corso oggi in Siria, con i bombardamenti delle forze aeree sia della Russia che degli Stati Uniti e i combattenti stranieri che si riversano nel Paese.
La trasformazione di una guerra civile in una guerra per procura tra potenze venute dall'esterno è quasi invariabilmente uno sviluppo tragico e pericoloso. In Siria, questo cambiamento ha reso la guerra più lunga, più cruenta, più pericolosa per il resto del mondo e più difficile da finire. Dopo quattro anni, una guerra civile convenzionale avrebbe già potuto essersi spenta, offrendo ai siriani qualche possibilità di ricostruire le loro vite e il loro Paese. Tuttavia, con le potenze esterne che versano benzina sul fuoco del conflitto, è evidente che solamente una qualche forma di accordo internazionale può offrire una speranza per la conclusione delle ostilità.
Che cosa succede secondo il giornalista inglese quando una guerra civile si trasforma in una guerra per procura?
Che cos'è una guerra per procura?

 

Purtroppo, sembra di essere ancora nel bel mezzo della fase di escalation, dal momento che le potenze esterne intensificano i loro sforzi sul campo di battaglia, sperando o di conseguire una vittoria per la “loro” parte oppure di garantirsi una posizione di maggiore forza in vista di eventuali colloqui di pace. Iran, Russia e le milizie Hezbollah sono intervenute a nome del regime del presidente Bashar-al-Assad. Stati Uniti, Arabia Saudita, monarchie del Golfo, Turchia, Francia e Regno Unito hanno sostenuto le forze di opposizione.
Nel frattempo, gli jihadisti stranieri continuano ad affluire verso la Siria per combattere come aderenti all'Isis, l'autoproclamato califfato islamico.
Quali sono gli schieramenti in campo nella guerra per procura che si combatte in Siria?

Le guerre per procura sono disastrose per i Paesi sul cui territorio vengono combattute, ma possono risultare molto pericolose per le stesse potenze che alimentano il conflitto. Il rischio più ovvio è che una guerra combattuta inizialmente attraverso alleati che agiscono per procura possa sfociare in un conflitto diretto. I Paesi che avevano sostenuto le opposte fazioni negli anni 30 in Spagna si ritrovarono poi a combattere direttamente, una contro l'altra, negli anni 40. Il pericolo che il conflitto siriano conduca a un scontro aperto tra iraniani e sauditi, o persino tra russi e americani, non può essere sottovalutato, in modo particolare quando le forze aeree rivali si stanno muovendo in un contesto operativo di stretta prossimità.

Tuttavia, i pericoli di una guerra per procura vanno ben oltre il rischio di un conflitto diretto. I focolai di un conflitto sono difficili da controllare una volta che sono stati deliberatamente propagati. Il Pakistan e gli Usa, per esempio, combatterono una guerra per procura contro l'Unione Sovietica in Afghanistan negli anni 80, ma successivamente si trovarono a soffrire molto per il “ritorno di fiamma” dei militanti islamici che avevano appoggiato nel Paese.
Non è difficile vedere come il conflitto siriano possa generare un analogo ritorno di fiamma per alcune delle nazioni coinvolte nel conflitto.

Il governo dell'Arabia Saudita è chiaramente minacciato da alcuni degli stessi gruppi di militanti islamici che ha incoraggiato e sostenuto in Siria. La Russia, a sua volta, rischia di infiammare le popolazioni musulmane che vivono all'interno dei suoi confini e di essere pesantemente trascinata in un'altra guerra se anche il conflitto in Ucraina si incattivisce.
Malgrado questi rischi, le potenze estere continuano a farsi coinvolgere nel conflitto, perché temono che la loro sicurezza e il loro status possa indebolirsi se consentono ad altre nazioni o credi religiosi di prendere l'iniziativa.

L'esempio più evidente è la battaglia tra le forze sunnite e quelle sciite dell'Islam. Il regime di Assad è sostenuto dagli Stati a dominazione sciita, in particolare Iran e Iraq. Le forze anti-Assad sono supportate dagli Stati sunniti: Arabia Saudita, le monarchie del Golfo e la Turchia.
A questa contesa tra potenze regionali si sovrappone lo scontro tra Russia e Usa, con la prima schierata con Assad e i secondi che continuano a reclamare la sua cacciata. La contesa Russia-Usa riguarda in parte l'influenza nel Medio Oriente, ma presenta anche più ampi risvolti geopolitici e ideologici. Mosca e l'Occidente stanno già ingaggiando una guerra per procura sul futuro dell'Ucraina.
Quali sono gli stati sunniti e quali quelli sciiti?
Come sono schierati la Russia e gli Stati Uniti?

Sono inoltre ai ferri corti sul più generale concetto di sostegno a un “cambio di regime” contro i governi antidemocratici e oppressivi.
L'Isis aggiunge un ulteriore strato di complicazione. In teoria, la minaccia dei militanti jihadisti potrebbe unificare tutte le potenze esterne. In pratica, le potenze occidentali hanno accusato la Russia di ignorare in gran parte l'Isis e invece di puntare l'obiettivo sui gruppi più moderati che combattono il regime di Assad, alcuni dei quali beneficiano proprio del sostegno occidentale.
C'è un analogo fattore di tensione, benché di profilo non così elevato, tra Usa e Turchia.
Di che cosa accusano la Russia le potenze occidentali?

Gli americani hanno accolto con favore la disponibilità della Turchia a partecipare ai bombardamenti contro l'Isis, ma sono rimasti costernati nello scoprire che i turchi sono più inclini ad attaccare le milizie curde, tra le poche forze non-jihadiste a combattere Assad in modo efficace.
Tutte le nazioni che sono intervenute in Siria sono motivate, in larga misura, dalla paura. I sauditi temono l'ascesa dell'Iran e, a loro volta, gli iraniani temono che il governo alleato in Siria venga rimpiazzato da uno Stato ostile a dominazione sunnita.

Il presidente russo Vladimir Putin – di fronte a un'economia che si contrae e allo stallo in Ucraina – vuole prevenire un nuovo “cambio di regime” sponsorizzato dagli occidentali. Gli Stati Uniti si sentono in dovere di rispondere, per paura che l'amministrazione Obama sia nuovamente accusata di accettare passivamente un declino della potenza americana, secondo una percezione che rischia di risultare auto-avverante.
Tutte queste nazioni temono che le loro debolezze finiscano allo scoperto o addirittura risultino accentuate se la loro parte viene vista “perdere” in Siria. Tutti quanti sembrano incapaci di agire nel reciproco interesse di porre fine a un conflitto che li minaccia tutti. Fino a quando non decideranno di cooperare, lo strazio del popolo siriano continuerà.
Copyright The FinancialTimes Limited 2015 (link all'articolo del Financial Times)
(Traduzione di Marco Mariani)

L'Occidente nella trappola dell'odio tra sunniti e sciiti 
di AlbertoNegri 28 giugno 2015  Il sole 24Ore (link all'articolo)
Se martedì 30 giugno, salvo rinvii incombenti, venisse firmata l’intesa sul nucleare dell’Iran, questo sarebbe davvero un brutto colpo per l’Arabia Saudita e Israele ma anche per il Califfato e i jihadisti sunniti, i cui maggiori nemici, oltre ai curdi, sono proprio gli sciiti militanti: dalla repubblica islamica degli ayatollah agli Hezbollah libanesi, dal regime alauita di Damasco di Assad ai ribelli Houti dello Yemen. In apparenza un'intesa per mettere sotto controllo il nucleare iraniano dovrebbe tranquillizzare i rivali sunniti del Golfo e lo stato ebraico, in realtà questo accordo, sempre che si faccia, rilancia l’Iran, alleggerito dalle sanzioni, nel grande gioco internazionale.

Siamo a un punto di svolta perché si comincia a delineare una parte fondamentale del rebus mediorientale, le cui guerre sono arrivate a insanguinare il cuore del continente. Tra Arabia Saudita e Iran, l’Occidente è chiamato a scegliere nel conflitto tra sciiti e sunniti all'origine dell’attuale destabilizzazione mediorientale.

È un po’ come stare tra Scilla e Cariddi, navigare pericolosamente tra un gorgo e uno scoglio: da una parte l’Iran, che dalla rivoluzione islamica del 1979 di Khomeini ha rappresentato per tre decenni la roccaforte anti-occidentale dello sciismo; dall’altra l’Arabia Saudita, custode di Mecca e Medina, il più oscurantista dei Paesi arabi, bastione del wahabismo, versione retrograda e ultra conservatrice dell’Islam. Insomma siamo stretti tra due integralismi, con la differenza che quello iraniano oggi è nemico dei nemici dell’Occidente, cioè del Califfato e dei jihadisti, la cui ideologia, affine all’Islam ultraortodosso saudita, è un’utopia reazionaria contraria a ogni versione moderata e riformista della religione del Profeta.Ma il rebus è assai complicato da sciogliere proprio per gli interessi occidentali. L’Arabia Saudita e le petromonarchie del Golfo sono tra i maggiori investitori in Europa, rappresentano i ricchi clienti delle nostre industrie di armi e sono da sempre strategici fornitori di petrolio. I rapporti politici con il Golfo sono ambigui fino dagli anni ’80 quando Stati Uniti ed Europa appoggiarono l’attacco iracheno di Saddam all’Iran: quel primo conflitto nel Golfo, durato otto anni con un milione di morti, fu l’apertura in grande stile della guerra tra sciiti e sunniti. Allora l’Occidente e gli americani decisero di non scegliere: si vendevano armi agli iracheni ma anche all’Iran. Dal conflitto, per la teoria del “doppio contenimento”, non dovevano uscire né vinti né vincitori.

Allo stesso tempo Riad era diventato il grande alleato degli Stati Uniti contro l’Urss dopo l’invasione sovietica dell’Afghanistan nel 1979: i sauditi spesero 4 miliardi di dollari per appoggiare i mujaheddin contro l’Armata Rossa e le monarchie del Golfo altri 50 per sostenere un Saddam Hussein che alla fine del conflitto con l’Iran era così indebitato fino al collo da decidere l’invasione del Kuwait nel’90.

Questo “equilibrio”, come si vede molto precario, manovrato dall’Occidente e dagli Stati Uniti, è stato rotto dall’invasione americana dell’Iraq del 2003 che ha consegnato il Paese alla maggioranza sciita esautorando i sunniti. Tutto quello che vediamo oggi è una lotta tra chi vuole conservare le posizioni raggiunte, gli sciiti, e le potenze sunnite che cercano una rivincita frammentando l’Iraq e tentando di abbattere in Siria Bashar Assad. Il califfato e i jihadisti sono funzionali alla strategia sunnita che ha come obiettivo sconfiggere l’Iran e tenere lontani da casa propria estremisti che contestano le monarchie arabe.

Anche per questi motivi la coalizione internazionale anti-Isis per le potenze sunnite è una fiction. Perchè mai dovrebbero bombardare i jihadisti nemici dell’Iran? Casomai li aiutano, in Iraq, in Siria, in Yemen, tutti campi di battaglia di una guerra per procura in corso da anni. Se ne libereranno, se ci riescono, più tardi.

L’espansione del Califfato è stata resa possibile dagli errori dell’occidente, con l’invasione Usa dell’Iraq e la disgregazione, sull’onda delle primavere arabe, di stati come la Siria, accompagnata da quella di Yemen e Libia. Oggi restano quattro sole potenze regionali: Turchia, Iran, Israele e Arabia Saudita e di queste soltanto l’ultima è araba. Ognuna ha i suoi obiettivi. La Persia dominare il Golfo, la Turchia espandere la sua influenza nel Nord della Siria e dell'Iraq, l’Arabia Saudita mantenere la leadership religiosa e ideologica del mondo musulmano, Israele garantirsi a ogni costo la sopravvivenza.

Gli Stati Uniti, che non hanno più bisogno del petrolio mediorientale, hanno deciso di “guidare da dietro” questa transizione, mentre Mosca tiene le posizioni soprattutto in Siria con la base di Tartous. Quanto all’Europa oggi appare un cliente degli Stati del Golfo: non li influenza più, anzi ne è influenzata sotto il profilo economico ma anche politico. Ecco perché la guerra al Califfato e al terrorismo è così ambigua e finora tutto sommato inefficace. Vedremo tra qualche giorno se l’intesa possibile tra il Cinque più Uno e l’Iran diventerà una vera svolta o l’ennesimo rinvio delle scelte dell’Occidente.

A chi attribuisce il giornalista l'espansione del Califfato?
Quale differenza c'è tra l'interpretazione della situazione di questo giornalista e quella del precedente giornalista?



22 novembre 2015

Come si deve comprendere la storia?


J.L.David, Il giuramento degli Orazi, particolare

Il duello tra Orazi e Curiazi (T.Livio Ab urbe condita libro I cap.25-26)
I re di Roma e di Alba decidono, per evitare stragi e spargimenti di sangue, di affidare la soluzione della guerra tra le due città a un duello tra tre fratelli gemelli romani, gli Orazi, e tre fratelli gemelli albani, i Curiazi. Chi tra loro avesse vinto avrebbe guadagnato la vittoria per la propria città.
Nel capitolo 25 Livio racconta lo scontro tra i sei fratelli. Nel capitolo successivo l'unico superstite ritorna vittorioso in città ed è accolto dal popolo in festa. Gli viene incontro la sorella piangente perché tra i tre nemici uccisi dal fratello c'era il suo futuro marito. Senza pensarci due volte l'uomo sguaina la spada e la uccide. Non si deve piangere per il nemico e non essere felici per la vittoria della patria. Sottoposto a processo il valoroso soldato viene assolto, per la sfortunata donna viene innalzato un sepolcro di pietre là dove era stata uccisa dal fratello.

25 Concluso il trattato, i gemelli, come era stato convenuto, si armano di tutto punto. Da entrambe le parti i soldati incitavano i loro campioni. Gli ricordavano che gli dei nazionali, la patria e i genitori, e tutti i concittadini rimasti a casa e quelli lì presenti tra le fila avevano gli occhi puntati sulle loro armi e sulle loro braccia. E i fratelli, pronti allo scontro non già solo per il tipo di carattere che avevano ma esaltati dalle urla di chi li incitava, avanzano nello spazio in mezzo alle due schiere. Gli uomini di entrambi gli eserciti si erano intanto seduti di fronte ai rispettivi accampamenti, tesissimi non tanto per qualche pericolo imminente, quanto perché era in ballo la supremazia legata solo al valore e alla buona sorte di pochi di loro. Così, sul chi vive e col fiato sospeso, si concentrano sullo spettacolo non certo rilassante. Viene dato il segnale e i sei giovani, come battaglioni opposti nello scontro, si buttano allo sbaraglio con lo spirito di due eserciti interi. Né gli uni né gli altri si preoccupano del proprio pericolo, ma pensano esclusivamente alla supremazia o alla subordinazione del proprio paese e alle sorti future della patria che loro soli possono condizionare. Al primo contatto l'urto delle armi e il bagliore delle lame fecero gelare il sangue nelle vene agli spettatori i quali, visto che nessuna delle due parti aveva avuto la meglio, trattenevano muti il respiro. Ma quando poi si giunse al corpo a corpo e gli occhi non vedevano solo più fisici in movimento e spade e scudi branditi nell'aria ma cominciò a grondare sangue dalle ferite, due dei Romani, colpiti a morte, caddero uno sull'altro, contro i tre Albani soltanto feriti. A tale vista, un urlo di gioia si levò tra le fila albane, mentre le legioni romane, persa ormai ogni speranza, seguivano terrorizzate il loro ultimo campione circondato dai tre Curiazi. Questi, che per puro caso era rimasto indenne, non poteva da solo affrontarli tutti insieme, ma era pronto a dare battaglia contro uno per volta. Quindi, per separarne l'attacco, si mise a correre pensando che lo avrebbero inseguito ciascuno con la velocità che le ferite gli avrebbero permesso. Si era già allontanato un po' dal punto in cui aveva avuto luogo lo scontro, quando, voltandosi, vide che lo stavano inseguendo a distanze diverse l'uno dall'altro e che uno gli era quasi addosso. Si fermò aggredendolo con estrema violenza e, mentre i soldati albani urlavano ai Curiazi di correre in aiuto del fratello, Orazio aveva già ucciso l'avversario e si preparava al secondo duello. Allora, con un boato di voci - quello dei sostenitori per una vittoria insperata -, i Romani presero a incitare il loro campione che cercava di porre presto fine al combattimento. Prima che il terzo potesse sopraggiungere - e non era tanto lontano -, uccise il secondo. Ora lo scontro era numericamente alla pari, uno contro uno; ma lo squilibrio risultava nelle forze a disposizione e nelle speranze di vittoria. L'uno, illeso ed esaltato dal doppio successo, era pronto e fresco per un terzo scontro. L'altro, stremato dalle ferite e dalla corsa, si trascinava e, una volta davanti all'avversario eccitato dalle vittorie, era già un vinto, con negli occhi i fratelli appena caduti. Non fu un combattimento. Il Romano gridò esultando: “Ho già offerto due vittime ai mani dei miei fratelli: la terza la voglio offrire alla causa di questa guerra, che Roma possa regnare su Alba.” L'avversario riusciva a malapena a tenere in mano le armi. Orazio, con un colpo dall'alto verso il basso, gli infilò la spada nella gola e quindi ne spogliò il cadavere. I Romani lo accolsero con un'ovazione di gratitudine e la gioia era tanto più grande quanto più avevano sfiorato la disperazione. I due eserciti si accingono alla sepoltura dei rispettivi morti con sentimenti molto diversi, in quanto gli uni avevano adesso la supremazia, gli altri la sottomissione a un potere esterno. Le tombe esistono ancora, esattamente dove ciascuno è caduto: le due romane nello stesso punto, più vicino ad Alba, e le tre albane in direzione di Roma e con gli stessi intervalli che ci furono nello scontro.
26 Prima di allontanarsi, Mezio, in base alle clausole del trattato, chiede quali siano gli ordini e Tullo gli ingiunge di tenere i giovani sotto le armi perché avrebbe avuto bisogno delle loro prestazioni in caso di guerra contro Veio. Quindi gli eserciti vengono ricondotti negli accampamenti. Alla testa dei Romani marciava Orazio col suo triplice bottino. Di fronte alla porta Capena gli andò incontro sua sorella, ancora nubile, che era stata promessa in sposa a uno dei Curiazi. Appena riconobbe sulle spalle del fratello la mantella militare del fidanzato che lei stessa aveva confezionato, si sciolse i capelli e in lacrime ripetè sommessamente il nome del caduto. Il suo pianto, proprio nel momento del tripudio pubblico per la vittoria, irrita l'animo del giovane impetuoso che, estratta la spada, trafigge la ragazza rivolgendole nel contempo queste parole di biasimo: “Vattene con la tua bambinesca infatuazione, vattene dal tuo fidanzato, tu che riesci a dimenticare i tuoi fratelli morti e quello vivo e addirittura la patria. Possa così morire ogni romana che piangerà il nemico.” L'atroce delitto sembrò orribile ai senatori e alla plebe, ma a ciò si contrapponeva la prodezza di poche ore prima. Fu comunque preso e portato di fronte al re per essere processato. Questi, non volendosi assumere l'intera responsabilità di una sentenza così penosa e impopolare nonché della condanna a morte che ne sarebbe seguita, convocò l'assemblea del popolo (...) Il dibattito si tenne così di fronte al popolo e la gente fu particolarmente influenzata dalla testimonianza del padre di Orazio il quale sostenne che la morte della figlia era stata giusta e aggiunse che in caso contrario egli avrebbe fatto ricorso alla sua autorità di padre e punito il figlio Orazio con le sue stesse mani. Poi implorò il popolo di non privare dell'ultimo figlio un uomo che fino a poco tempo prima la gente aveva visto circondato da una notevole prole. Dicendo questo, il vecchio andò ad abbracciare il giovane e, indicando le spoglie dei Curiazi appese nel punto che ancor oggi si chiama Trofeo di Orazio. (...) Il popolo, incapace di resistere alle lacrime del padre e alla fermezza incrollabile del figlio di fronte a ogni pericolo, assolse Orazio più per l'ammirazione suscitata dalla sua prodezza che per la bontà della sua causa. (…) Quanto all'Orazia, le fu innalzato un sepolcro di pietre squadrate nel punto in cui era caduta sotto i colpi del fratello.

Leggi, studia il brano e rispondi alle domande sul quaderno, prepara il compito per la tua interrogazione.
Come molti dei racconti della storia antica di Roma, il racconto leggendario vuole dare un importante insegnamento ai Romani che lo sentono raccontare. Qual è questo insegnamento a tuo parere? Noi come dobbiamo comprendere l'antico racconto dei fratelli Orazi e Curiazi?


19 novembre 2015

Domande e risposte per la preparazione dell'interrogazione di novembre-dicembre (secondo voto I periodo 2015) Popoli mesopotamici e civiltà egizia:

Indicazioni per lo studio: trova e sottolinea sul libro le parti corrispondenti alle risposte. Non memorizzare meccanicamente le risposte ma cerca per ciascun argomento (il titolo in neretto delle diverse sezioni di domande) di elaborare una tua relazione autonoma.

I Sumeri pp-16-22

1. Chi sono i Sumeri?
I sumeri furono i primi abitanti della Mesopotamia, questo popolo definiva se stesso "teste nere" e la terra dove abitava si chiamava "Terra di Sumer".
2. Dove e quando troviamo i sumeri?
Nella parte inferiore della Mesopotamia, vicino alle foci del Tigri e l'Eufrate, tra il 3.200 a.C e il 2.800 a.C .
3. In che modo si organizzano i sumeri?
Essi si organizzano in città-stato: una città con edifici residenziali privati e pubblici piú la campagna attorno.
4. Qual é l'edificio-palazzo più importante?
L'edifico piú imporante é il tempio palazzo, anche chiamato Ziqqurat.
5. Su quale tipo di economia si basa il sistema delle città-stato?
Il sistema delle città-stato si basa sull'economia idraulica.
6. Che cos'é l'economia idraulica?
Un sistema economico che funziona grazie allo sfruttamento e il controllo delle acque dei fiumi, su cui si basavano i primi popoli della storia:
In Egitto: il Nilo
In India: l'Indo
In Cina: il Fiume Azzurro (in cinese Chang Jiang, noto in paesi di lingua inglese come Yangtze).
7. Come funziona un'economia idraulica?
L'economia idraulica richiedeva la costruzione di canali, quindi essi dovevano essere scavati e mantenuti, ma soprattutto era necessario un'organizzazione di tipo statale che dirigeva i lavori in modo centralizzato e autoritario.
8. Chi esercita questo potere autoritario e centralizzato?
Gli specialisti del potere: re, sacerdoti e militari.
9.Come viene definito il potere nelle città-stato sumere?
Il potere viene definito teocratico.
10. Che cosa significa teocrazia?
Letteralmente significa "potere del dio" (teo=dio e cratos=potere).
11. Di chi hanno bisogno gli "specialisti del potere"? Perché sono importanti?
Gli specialisti del potere hanno bisogno dei sudditi, ovvero i contadini, e sono importanti perché producono il cibo per la città.
12. Che cosa significa, in senso ampio, il termine politica?
Un insieme di uomini che vivono in comunità. Questa parola deriva dalla parola greca "polis" che significa "città".
13. Perché gli uomini devono vivere insieme?
Perché hanno bisogno l'uno dell'altro anche per fare le cose piú semplici.
14. Chi altro abitava nelle città-stato sumere?
Nelle città-stato sumere abitavano commercianti, che barattavano materie prime, e artigiani, che fabbricavano utensili.
15.Come era organizzata la società delle città-stato sumere?
Al capo di tutto c'erano gli "specialisti del potere" (re, sacerdoti e militari), seguivano i contadini sudditi e infine gli artigiani  e i commercianti.

Gli Hittiti pp.26-27
1. Chi erano gli Hittiti?
Gli Hittiti erano un popolo indoeuropea che si stabilisce in Anatolia (odierna Turchia) intorno al 2.000 a.C.
2. Chi sono gli Indoeuropei?
Un insieme di popoli che parlavano lingue simili derivanti da una lingua comune.
3. Perché gli Hittiti riuscirono a sottomettere le popolazioni locali?
Perché usavano le spade e i carri da combattimento trainati da cavalli.
4. Quale importante innovazione tecnologica si deve agli Hittiti?
L'invenzione della tecnica per trasformare il ferro in acciaio.
5. Quale scrittura utilizzavano gli Hittiti?
La scrittura cuneiforme.
6. In che cosa differiva il codice di leggi hittita dal codice babilonese di Hammurabi?
Il codice hittita delle pene pecuniarie, ovvero dei risarcimenti in denaro del danno provocato, che sostituivano la legge del taglione su cui si basava il codice di Hammurabi.
7. Chi era il re degli Hittiti?
Secondo le ipotesi degli studiosi il re degli Hittiti era un "primus inter pares", ovvero un "primo tra pari", non era un uomo dio, come il faraone egiziano, né un sacerdote in contatto con la divinità come il re sumero, ma un uomo che assumeva una posizione di comando tra altri uomini.
8. Che cosa significa "pankus"?
Significa assemblea di uomini liberi.
9. Qual era la principale divinità hittita?
Era la dea del sole Arinna.
10. In quale regione si costituisce il regno hittita?
In Anatolia, la capitale è Hattusas.
11. In quale periodo raggiunge la massima espansione?
Il regno hittita raggiunse la massima espansione nel XIV secolo a.C. sotto il re Shuppiluliuma.
12. Che cosa avvenne nel 1284 a Qadesh, antica città nell'odierna Siria?
Una battaglia con il regno egizio che terminò con un trattato di pace tra le due potenze.
13. Quando ebbe fine il regno hittita?
Intorno al 1.200 a causa di una serie di invasioni di popoli indoeuropei, detti popoli del mare perché provenienti dal Mar Mediterraneo (vedi mappa a p. 27)

Gli Assiri pp.28-30
1. Chi erano gli Assiri?
Un popolo semita stanziato nell'alta Mesopotamia che verso la fine del I millennio crearono un potente impero esteso tra la Mesopotamia, la Turchia, la Siria e l'Egitto.
2. Chi era Assurbanipal?
Un grande re assiro vissuto nel VII secolo, regnò dal 668 al 626 a.C. . Sotto il suo regno gli assiri sconfissero gli egizi e sottomisero l'Egitto.
3. Qual era la capitale del''impero?
La capitale era Ninive, dove Assurbanipal, fece costruire un grande palazzo imperiale, i bassorilievi che ornavano il palzzo con scene della vita di corte, scene di guerra e di caccia sono conservati  al British Museum di Londra.
4. Quando ebbe termine l'impero assiro?
L'impero assiro ebbe termine nel 612, quando una coalizione di popoli soggetti agli assiri, medi, babilonesi, persiani, si ribellarono, attaccarono Ninive e  la distrussero.

La civiltà egizia pp.38-40.
1. Che cosa significa la frase dello storico greco "l'Egitto è un dono del Nilo"?
Significa che la civiltà egizia è nata e si è sviluppata grazie al Nilo, il grande fiume che da sud a nord attraversa il deserto e sfocia con un grande delta nel Mar Mediterraneo.
2. Quali caratteristiche del fiume hanno permesso la nascita e lo sviluppo della grande e duratura civiltà egizia?
Il Nilo è un fiume navigabile e questo ha permesso di unificare tutto il territorio attraversato dal fiume. Inoltre le piene del Nilo, al contrario di quelle dei fiumi mesopotamici violente e irregolari, erano regolari. Ciò ha permesso agli uomini di sfruttare la massimo i vantaggi delle acque del fiume.
3. Perché la popolazione continuò ad aumentare e le città egizie poterono diventare sempre più ricche e popolose.
Perché il Nilo rendeva la terra molto fertile e le campagne producevano raccolti abbondanti.
4. l'economia egizia può definirsi un'economia idraulica?
Sì perché nasce grazie allo sfruttamento e al controllo delle acque del fiume, gli Egizi migliorarono il rendimento della terra scavando canali e irrigando nuovi campi.
5. Quale carattere ha avuto la civiltà egizia?
La civiltà egizia ha assunto caratteristiche originali, che si sono conservate per un periodo di più di tre millenni. A diferenza della Mesopotamia l'Egitto non è stato abitato da diversi popoli, ma uno stesso popolo lo ha abitato per un lungo periodo di tempo.
6. Come è organizzata la cronologia della storia egizia?
La cronologia della storia egizia è basata sul susseguirsi dei faraoni. Nel complesso ci sono note una trentina di dinastie di faraoni.
7. In quanti periodi è divisa la storia egizia?
In quattro periodi: epoca arcaica o protodinastica dal 3.100 al 2.600; Antico Regno dal 2.600 al 2.200; Medio Regno dal 2.050 al 1.790; Nuovo Regno dal 1570 al 1080. Tra i regni si collocano dei periodi intermedi.  IL regno egizio passò sotto il dominio dei persiani nel 525, poi sotto il dominio dei sovrani ellenistici successori di Alessandro Magno e infine venne conquistato dai Romani.

La civiltà egizia: una società teocratica e piramidale. pp.40-44

1. Chi si trova la vertice della piramide che rappresenta la società egizia.
Il farone
2. Che cosa significa faraone.
Significa "colui che abita nella grande casa"
3. Come era considerato il faraone.
Il faraone era una divinità, egli era il figlio del dio Amon- Ra il dio Sole
4. Quale forma politica si sviluppò pienamente in Egitto.
La teocrazia
5. Che tipo di gorverno è la teocrazia
La teocrazia è un governo autocratico e centralizzato
6. I sudditi godevano di diritti
No, i sudditi erano completamente sottoposti al faraone.
7. Quale principio regolava la trasmissione del potere del faraone.
Il principio dinastico
8. Che cos'è la burocrazia. (vedi approfondimento a p.39)
La burocrazia (dalla fusione della parola francese bureau "ufficio" con il greco kratos "potere") è l'insieme dei funzionari che seguendo gli ordini del potere centrale, si occupano dell'amministrazione dello Stato.
9. Come si chiamavano in Egitto i funzionari che amministravano il regno.
A capo dell'amministrazione vi era un primo ministro detto visir che era alle dirette dipendenze del faraone. Poi vi erano gli scribi che sapevano leggere, scrivere e fare di conto e questo permetteva loro di svolgere tutte le attività necessarie al funzionamento del regno, come registrare le tasse e le spese, tenere il conto delle riserve di alimenti presenti nei magazzini, amministrare la giustizia.Gli scribi erano un ceto sociale privilegiato, erano ricchi e godevano di molti vantaggi.
10. Quando durava l'istruzione dello scriba.
L'istruzione dello scriba durava quattro anni sotto la guida di maestri molto severi, il loro principio didattico era "l'orecchio del fanciullo è sulla sua schiena: egli ascolta quando lo si batte"
11. Che cosa significa che i sacerdoti erano veri e propri latifondisti
Significa che i sacerdoti possedevano grandi porzioni di terra che amministravano in nome delle divinità.
12. Come era strutturata la classe sacerdotale
La classe sacerdotale era strutturata gerarchicamente, il sommo sacerdote aveva un potere inferiore solo a quello del faraone.
13. Di quali altre conoscenze erano depositari i sacerdoti
I sacerdoti avevano conoscenze scientifiche e tecniche, conoscevano l'astronomia, la medicina e la matematica.
14. Perché i militari avevano poca importanza nella civiltà egizia.
Perchè l'Egitto non fu una potenza militare, i suoi soldati erano mercenari provenienti da paesi stranieri, oppure soldati contadini che in cambio del servizio militare ricevevano un pezzo di terra.
15. Che artigiani vi erano nelle città.
Nelle città vi erano disegnatori, pittori e architetti che si occupavano della costruzione delle tombe sia regali che private.
16. Chi si trovava alla base della società egizia.
Alla base della società vi erano i contadini che coltivavano i campi; quando non lavoravano i campi i contadini scavavano  canali, fabbricavano mattoni e costruivano templi e piramidi.
17. Chi si trovava in una condizione peggiore di quella dei contadini.
In una condizione peggiore dei contadini si trovavano gli schiavi, che erano prigionieri di guerra o stranieri catturati e venduti al mercato degli schiavi.
18. Come si chiamava la scrittura egizia, che cosa significa il termine, quando nacque. (vedi approfondimento a p.42)
La scrittura egizia si chiama geroglifica che significa "segni sacri", nacque intorno al 3.000 a.C..
19. Chi decifrò la scrittura egizia.
Nel 1799 un soldato della spedizione di Napoleone in Egitto trovò una stele nei pressi della città di Rosetta, detta "stele di Rosetta", attualmente conservata al British Museum di Londra, che riportava un testo inciso in tre differenti lingue.  Lo studioso Jean François Champollion, che conosceva nove lingue antiche, confrontando le tre scritture riuscì a decifrare la scrittura egizia.





Competenze chiave di cittadinanza da acquisire al termine dell’istruzione obbligatoria



 L’elevamento dell’obbligo di istruzione a dieci anni intende favorire il pieno sviluppo della persona nella costruzione del sé, di corrette e significative relazioni con gli altri e di una positiva interazione con la realtà naturale e sociale.

1. Imparare ad imparare:
organizzare il proprio apprendimento, individuando, scegliendo ed utilizzando varie fonti e varie modalità di informazione e di formazione (formale, non formale ed informale), anche in funzione dei tempi disponibili, delle proprie strategie e del proprio metodo di studio e di lavoro.

2. Progettare:
elaborare e realizzare progetti riguardanti lo sviluppo delle proprie attività di studio e di lavoro, utilizzando le conoscenze apprese per stabilire obie
ttivi significativi e realistici e le relative priorità, valutando i vincoli e le possibilità esistenti, definendo strategie di azione e verificando i risultati raggiunti.

3. Comunicare:
a.
comprendere: messaggi di genere diverso (quotidiano, letterario, tecnico, scientifico) e di complessità diversa, trasmessi utilizzando linguaggi diversi (verbale, matematico, scientifico, simbolico, ecc.) mediante diversi supporti (cartacei, informatici e multimediali)
b. rappresentare: eventi, fenomeni, principi, concetti, norme, procedure, atteggiamenti, stati d’animo, emozioni, ecc. utilizzando linguaggi diversi (verbale, matematico, scientifico, simbolico, ecc.) e diverse conoscenze disciplinari, mediante diversi
supporti (cartacei, informatici e multimediali).

4. Collaborare e partecipare:
interagire in gruppo, comprendendo i diversi punti di vista, valorizzando le proprie e le altrui capacità, gestendo la conflittualità, contribuendo all’apprendimento comune ed alla realizzazione delle attività collettive, nel riconoscimento dei diritti fondamentali degli altri.

5. Agire in modo autonomo e responsabile:
sapersi inserire in modo attivo e consapevole nella vita sociale e far valere al suo interno i propri diritti e bisogni riconoscendo al contempo quelli altrui, le opportunità comuni, i limiti, le regole, le responsabilità.
6. Risolvere problemi: affrontare situazioni problematiche costruendo e verificando ipotesi, individuando le fonti e le risorse adeguate, raccogliendo e valutando i dati, proponendo soluzioni utilizzando, secondo il tipo di problema, contenuti e metodi delle diverse discipline.

7. Individuare collegamenti e relazioni: individuare e rappresentare, elaborando argomentazioni coerenti, collegamenti e relazioni tra fenomeni, eventi e concetti diversi, anche appartenenti a diversi ambiti disciplinari, e lontani nello spazio e nel tempo, cogliendone la natura sistemica, individuando analogie e differenze, coerenze ed incoerenze, cause ed effetti e la loro natura probabilistica.

8. Acquisire ed interpretare l’informazione: acquisire ed interpretare criticamente l'informazione ricevuta nei diversi ambiti ed attraverso diversi strumenti comunicativi, valutandone l’attendibilità e l’utilità, distinguendo fatti e opinioni.


da Archivio pubblica istruzione (decreto ministeriale 139 del 22 agosto 2007 vedi in fondo l'allegato Competenze chiave di cittadinanza)

Circolare n.111 del 17/11/2015 Liceo Classico Stefano Maria Legnani Strage di Parigi

                           Ministero dell’Istruzione, Università e Ricerca
Liceo Classico “S. M. Legnani” Via Volonterio, 34- 21047 Saronno (VA) codice fiscale: 85002380120 codice meccanografico: VAPC040006 e-mail: info@liceolegnani.it e-mail certificata: amministrazione@pec.liceolegnani.it sito web: www.liceolegnani.gov.it n.telefono 02/9602580 - 02/96705444 n.fax 02/9620170

circ. n. 111
                                                  Saronno 17/11/2015
                                                                    A tutti i sigg. Docenti

Oggetto: strage Parigi
Come a tutti noto, i luttuosi eventi accaduti a Parigi lo scorso 13 novembre hanno destato grande sgomento e sdegno. Compito irrinunciabile di ogni istituzione educativa, e quindi anche e soprattutto del Liceo Legnani, è fornire consapevolezza e corretti strumenti di analisi e sintesi a tutti coloro che lo frequentano. Chiedo quindi formalmente ai docenti di Storia di tutte le classi di fornire ogni possibile strumento di informazione critica ai propri studenti e di promuovere momenti di discussione, dedicando a questa attività almeno un’ora dell’orario curricolare entro la fine di questa settimana o, qualora ciò non fosse possibile, all’inizio della prossima, non escludendo la possibilità di incontri e/o attività extracurricolari con il coinvolgimento di una o più classi. In caso di assenza del docente titolare di Storia, chiedo cortesemente che queste iniziative vengano proposte da altri docenti qualificati, per abilitazione e/o per competenze personali.
14 novembre 2015 AREA Istruzione
Attacchi di Parigi,
I gravissimi fatti di Parigi rappresentano un attacco al cuore dell'Europa senza precedenti. Un attacco al quale dobbiamo subito dare una riposta, innanzitutto educativa e culturale. “PorteOuverte”, Porta Aperta, è stata la parola d'ordine lanciata sui social network dai cittadini di Parigi subito dopo gli attacchi terroristici, per offrire un riparo a chi era in strada terrorizzato. Una reazione di grande civiltà e coraggio. Porta Aperta deve essere anche la nostra risposta. Non possiamo restare indifferenti, paralizzati e chiuderci nelle nostre paure. Per questo, invito le scuole, le università, le istituzioni dell'Alta formazione artistica e musicale a dedicare, nella giornata di lunedì, un minuto di silenzio alle vittime della strage parigina e almeno un'ora alla riflessione sui fatti accaduti. Porte Aperte significa anche coinvolgere la cittadinanza, le famiglie. Le nostre scuole, le nostre università, i nostri centri di ricerca sono il primo luogo dove l'orrore può essere sconfitto, a diversi livelli di consapevolezza, che resta l'antidoto più efficace di fronte alla violenza e a questa guerra senza frontiere e senza eserciti. I nostri ragazzi hanno il diritto di sapere, di conoscere la storia, di capire da dove nasce ciò che stiamo vivendo in queste ore. Il nostro patrimonio di valori può essere difeso solo se le nuove generazioni sono aiutate ad uscire dall'indifferenza. Non possiamo cambiare 'canale' davanti a queste immagini di morte. Dobbiamo parlarne con i nostri studenti e aiutarli a capire che c'è e ci potrà sempre essere un principio di ricostruzione della nostra identità in cui credere e riconoscersi. E dobbiamo aiutarli a rifiutare, oggi più che mai, qualsiasi tentazione xenofoba o razzista. È già successo tante volte nella storia, siamo figli e nipoti di persone che hanno dato la vita per affermarlo. L'educazione è il primo spazio in cui riaffermare i nostri valori, le nostre radici, quindi la nostra libertà. Grazie ragazzi, grazie insegnanti, professori e ricercatori per il vostro impegno e per la vostra testimonianza.
Firmato Stefania Giannini

Il Dirigente Scolastico (Mario Franco Parabiaghi)

15 novembre 2015

Studia le linee essenziali della storia romana

 
Giuramento degli Orazi, J.L.David, 1784

Domande per la preparazione della interrogazione orale (novembre-dicembre I periodo). Indicazioni per lo studio: prima studia le pagine del libro indicate e poi rispondi alle domande, oppure prima cerca le risposta alle domande e poi studia le pagine del libro di storia. Non memorizzare meccanicamente le risposte ma cerca per ciascun argomento (il titolo in neretto delle diverse sezioni di domande) di elaborare una tua relazione autonoma.
Roma: la fondazione, i sette re di Roma, la fine della monarchia, la famiglia e la religione.

1. Quali sono le tre leggende sulle origini di Roma.
2.Quale storico romano le racconta intrecciandole insieme, in quale sua opera.
3. Chi era Tarpea, quali sono le due versioni della leggenda, da chi sono narrate.
4. Che cosa sono le fonti letterarie che cosa le fonti non letterarie.
pp.191-193
5. Nella ricostruzione delle origini di Roma le fonti non letterarie confermano le fonti letterarie.
6. Dove venne fondata Roma.
7. Perché il luogo è importante. Quale era la merce più importante che si trasportava sul fiume.
8. Che cosa significa Settimonzio. Memorizza i nomi dei sette colli di Roma sulla mappa a p.193.
9. Quale organizzazione politica si erano dati i primi abitanti di Roma.
10. Come si chiamava il potere del re, che caratteri aveva
11. Fai il gioco dell'impiccato sui re di Roma, memorizza in ordine cronologico i nomi e i fatti a ciascuno associati.
pp.193-196
12. Quale significato dobbiamo attribuire ai due episodi di Lucrezia e Virginia raccontati da Livio, studia il post Potere e donne (qui il link), devi essere in grado di presentarne il contenuto durante l'interrogazione se ti sarà richiesto.
13. Le fonti storiche confermano il racconto leggendario sulla cacciata dei re da Roma, in che modo (vedi p.205 fine del paragrafo intitolato La leggenda di Lucrezia e il colpo di stato aristocratico)
pp-204-205
14. Come è chiamato il potere del padre nella famiglia romana. Chi era sottomesso a questo potere. Che natura aveva questo potere.
15. Quali erano le tre forme  di matrimonio a Roma. Esisteva il divorzio.
16.Come era strutturato il sistema onomastico romano, quali erano i nomi delle donne (vedi approfondimento a p.200)
17. Come si diventava schiavi. Chi era il liberto. (vedi approfondimento p.199)
18. Quali erano le principali divinità romane, esiste una mitologia romana, a che cosa erano interessati i Romani nel rapporto con le divinità.
19. Che cosa significa religione "aperta"
20. Chi erano i Lari, i Penati, Giano.
21. Il re era anche sacerdote.
22. Chi era il pontefice massimo. Quali erano i suoi poteri.
23. Quali altri sacerdoti esistevano
24. Che cosa erano i Libri Sibillini.
pp.198-201

Roma conquista l'Italia. (a questo link un post di riassunto dell'argomento, per alcune delle domande devi cercare la risposta sul post)
1. Quando e perché i Romani furono in guerra con Porsenna.
2. Quali furono gli eroi di questa guerra. Ricorda le loro imprese
(p.207)
3. Quando e contro chi fu combattuta la battaglia del lago Regillo.
4. Quale fu l'esito della battaglia.
(p.208)
5. Quando fu sciolta la Lega latina, perché.
6. Come si comportò Roma con gli alleati.
(p.215)
7. Contro quali popoli combatté Roma nel V secolo, con chi si alleò durante queste guerre.
(p.208)
8. Quando venne sconfitta Veio, perché era in guerra con Roma.
(pp.212-214)
9. Dove erano stanziati in Italia i Celti, quale era la loro capitale. Quale altra importante città fu fondata dai Celti.
10. Quale tribù di Galli, dove e quando sconfisse i Romani.
11. Come ebbe termine lo scontro.
12. Quale leggendario episodio è legato all'assedio dei Galli.
13. Come si chiama la cinta muraria costruita dai Romani dopo l'assedio dei Galli.
(pp.214)
14. Chi erano i Sanniti. Come ne parla lo storico Livio.
15. Come si chiama il fiume che segna il confine nord del territorio dei Sanniti.
16. In quale periodo si combatterono le guerre sannitiche. Quante furono.
17. Quando e dove Roma subì una grave sconfitta.
18. Dove e quando venne combattuta la "battaglia delle nazioni".
19. Quando e come ebbe termine il conflitto.
(pp.215-217)
20. Quando, dove e da chi venne fondata la città di Taranto.
21. Con chi si alleò Roma per conquistare Taranto.
22. Chi accettò la richiesta di aiuto di Taranto.
23. Che cosa significa "vittoria di Pirro"
24. In quale periodo si combatte la guerra, come terminò.
25. Al termine della guerra contro Taranto quale parte dell'Italia controlla Roma (vedi mappa p.218)
26. Chi giunse a Roma come schiavo da Taranto. Che cosa ha inizio con questo arrivo.
(p.219)

Dalla monarchia alla repubblica
: magistrature, assemblee, patrizi e plebei
1. Dopo la cacciata dei re chi assunse il potere.
2. Quale magistratura prese il posto della monarchia.
3. Che cosa significa magistratura collegiale
4. Ogni quanto venivano eletti i consoli
5. Quali erano le caratteristiche del potere dei consoli, quali le loro funzioni
6. Che cos'è il diritto di veto
7. Quando veniva nominato un dittatore, da chi era nominato, per quanto tempo rimaneva in carica
8. Da chi erano affiancati i consoli nella amministrazione del potere
(pp.205-206)
9. Quali erano le caratteristiche comuni a tutte le magistrature
10. Quali erano i compiti di: questori, edili, pretori e censori
11. Che cosa era il Senato, come si diventava senatori, quali erano le sue funzioni
(p.210-211, vedi anche schemi a p.210 e 211)
12. Quali erano le principali assemblee popolari
13. Che cosa erano i comizi centuriati
14. Da quante classi erano composti
15. Che cosa era la centuria
16. Quante centurie formavano i comizi
17. Perché si chiamavano centuriati
18. Come funzionava il sistema di voto
19. Quante centurie fornivano i "capite censi"
20. Che cosa significa capite censi
21. In base a quale criterio erano formati i comizi tributi
22. Che cosa era la tribù
23. Quali magistrati eleggevano
24. Che cosa erano i concili tributi
25. Che cosa erano i plebisciti
26. Che cosa stabilì nel 287 la lex Hortensia
(p.212 , vedi anche schemi a p.210 e 211)
27. Come si chiamavano i gruppi famigliari dell'antica Roma (vedi p.196)
28. Chi erano i patres gentes
29. Chi erano i patrizi
30. Quale era la differenza tra i patrizi e i plebei
31. Secondo le ipotesi più recenti a che cosa si deve la divisione tra partizi e plebei
32. Chi erano i clienti
(pp.197-198)
33. Che cosa avvenne nel 494
34. Come venne risolto il conflitto, con quale discorso Menenio Agrippa convinse i plebei (leggi il racconto di Livio al link Il discorso di Menenio Agrippa)
35. Quali leggi tra il V e il III secolo portarono a una graduale eliminazione della esclusione dei plebei dalla vita politica (trova il nome delle leggi al link leggi romane di wiki)
36. Che cos'è l'ager publicus
37. Quando venne redatto il primo codice di leggi scritte
38. A chi fu affidata la redazione del codice
39. Quale leggenda è associata alla vicenda della scrittura delle leggi
40. Come ci è arrivato il testo dell'antico codice
(pp.209-201, post La lotta tra patrizi e plebei)








08 novembre 2015

Popoli della Mesopotamia: mappe

Mappa della Mesopotamia: sono indicati i principali popoli che la abitarono dal III al I millennio a.C.
Le due mappe illustrano la zona dell'antica Mesopotamia e i paesi che oggi occupano quell'area.

I Sumeri
I Sumeri, un popolo di origine etnica e linguistica sconosciuta, furono i primi a creare un sistema di città stato basato sulla coltivazione delle terre irrigue del Tigri e dell'Eufrate nel sud della Mesopotamia. Le città sumere più importanti furono Ur Eridu Uruk Lagash Nippur. Queste città erano governate da un re e dai sacerdoti che assicuravano l'organizzazione delle terre e del lavoro.
I Sumeri sono famosi per l'invenzione della scrittura. La scrittura sumera, detta cuneiforme ovvero a forma di chiodo, venne utilizzata per circa tre millenni da popoli di lingue diverse ed è seconda solo all'alfabeto fenicio - greco - latino come mezzo di scrittura per diffusione e durata. Il più famoso dei re sumeri è Gilgamesh, protagonista di un poema epico che ci è giunto in dodici tavolette trovate nella biblioteca del re Assurbanipal di Ninive. Il poema racconta le imprese di Gilgamesh e del suo amico Enkidu. Gilgamesh è un eroe coraggioso che deve affrontare battaglie e pericoli, nell'undicesima tavoletta Utnapishtim racconta a Gilgamesh il diluvio che ha distrutto l'antica Babilonia e gli dice dove trovare la pianta che fa tornare giovani, ma Gilgamesh non riuscirà a trovarla e portarla a Uruk.

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