20 ottobre 2014

Introduzione alla geografia umana: spazio - luogo - non luogo


Edward Hopper
Evoluzione della disciplina. La geografia è la scienza dello spazio e si occupa del suo utilizzo da parte dell’uomo. Il termine sembra essere stato coniato da Eratostene 2200 anni fa. I geografi del mondo antico idearono meridiani e paralleli, esaminarono le correlazioni tra clima e latitudine, descrissero terre e mari conosciuti, studiarono le cause di alcuni mutamenti morfologici dell’ambiente e persino alcuni aspetti di geografia umana. Strabone, ad esempio, diffidava dell’assunto secondo il quale il comportamento umano è determinato dall’ambiente fisico, ritenendo che l’uomo fosse piuttosto un elemento attivo nel rapporto con l’ambiente. Anche i cinesi, in modo indipendente, giunsero ad analoghi progressi nella conoscenza geografica. Nel Medioevo la Geografia fu oggetto di studio da parte degli arabi, che conservarono molte delle opere greco-romane. Nei tempi moderni la Geografia si è giovata del rapido sviluppo delle scienze naturali ed umane, del sempre più ampio utilizzo di censimenti e rilevazioni statistiche, ed infine delle rilevazioni satellitari.
La geografia umana.
Si occupa del rapporto fra esseri umani e spazio e dei paesaggi antropici (relativi all’uomo) che emergono da tale rapporto. I suoi modelli e le sue analisi ci fanno conoscere la crescente complessità delle interazioni umane nello spazio e delle conseguenti problematiche, cercando di indicare le possibili soluzioni.
Nozioni di base
Concetto di spazio. Per il geografo lo spazio, inteso in senso assoluto, è quell’area geografica, misurabile e dai confini determinabili. Inteso in senso relativo, è un prodotto sociale, mutevole nel tempo in funzione della mutazione delle attività che in esso si svolgono e delle loro interrelazioni.
Diverso è il concetto di luogo, che è comunemente inteso come sinonimo di ubicazione (posizione su una mappa), ma che per il geografo fa riferimento agli attributi e al senso che ogni essere umano associa ad una certa ubicazione.
Il luogo ha un’ubicazione, una direzione ed una distanza in relazione ad altri luoghi, una dimensione, una struttura fisica, un contenuto culturale, con caratteristiche variabili nel tempo ed in correlazione con quelle di altri luoghi. I luoghi, inoltre, possono essere raggruppati in unità definibili regioni, in base ai loro tratti comuni e distintivi.
Per valutare lo spazio che ci circonda, utilizziamo i concetti di ubicazione, direzione e distanza.
L’ubicazione può essere assoluta, se identifica un luogo in base ad un sistema preciso e riconosciuto di coordinate. È relativa quando la posizione è valutata in rapporto a quella di altri luoghi, importanti anche per una valutazione economica dell’ubicazione stessa. I geografi distinguono pure tra sito e situazione di un luogo. Il sito è un concetto di ubicazione assoluta, ma è più comprensivo di una ubicazione matematica in quanto suggerisce qualcosa sulle caratteristiche del luogo. La situazione si riferisce alle relazioni del luogo con altri luoghi: è perciò un concetto di ubicazione relativa.
La direzione può essere assoluta o relativa. La direzione assoluta si basa sui punti cardinali, la direzione relativa è invece relazionale e varia a seconda della prospettiva: l’Asia orientale è per noi Estremo Oriente, ma il termine è utilizzato anche negli USA occidentali (che sono in buona misura un’estensione della nostra civiltà), da dove invece l’Asia orientale è più facilmente raggiungibile procedendo verso ovest.
La distanza. Anche essa può essere considerata in senso assoluto, se si riferisce ad una misurazione secondo unità standard (es.: chilometri), o relativo, se è misurata mediante unità meno oggettive ma più significative per l’individuo (es.: distanza in termini di tempo occorrente per coprirla con un certo mezzo di trasporto, o in termini di costo, o di rischio). La valutazione della distanza relativa è connessa anche ad elementi psicologici e pertanto uno stesso percorso può dar luogo a valutazioni diverse a seconda dell’individuo e del momento (giorno o notte, estate o inverno, percorso esplorativo o abituale).
Spazio e Luogo
Lo spazio si pensa, i luoghi si abitano. Lo spazio si attraversa, nei luoghi si sosta. Lo spazio è l'astratto, il luogo il concreto. Tuttavia, il luogo non è solo uno spazio determinato, particolare, definito da coordinate precise. Il luogo è qualcosa che ha a che fare con la memoria, con le emozioni e con il desiderio. Come la città calviniana di Ersilia, i luoghi sono una trama intessuta di rapporti. I luoghi stanno alla storia vissuta, come lo spazio sta al tempo cronometrato. Perciò, mentre i luoghi si riconoscono - si odiano e si amano -, gli spazi semplicemente si misurano. Ne consegue che i luoghi siano, in prevalenza, figure della differenza e della qualità, gli spazi dell'uniformità e della quantità. Nel luogo domina il significato originario del raccogliere e del riunire, nello spazio quello dell'intervallo e, quindi, della separazione, del confine e del conflitto. Ma se anche, per legge, posso farti spazio o negartelo, è solo nel luogo che ti posso accogliere. E' solo qui, dunque, che l'ospitalità può aver luogo.
(Andrea Tagliapietra Lo spazio e il luogo. La memoria ospitale)

Il non - luogo
Per il filosofo Marc Augé, la “surmodernità” è inscritta in un panorama globalizzato dominato dai “non-luoghi empirici”, che si definiscono in base al loro fine di “trasporto, transito, commercio, tempo libero”. I non-luoghi sono luoghi effimeri e fluttuanti di passaggio, “spazi di circolazione, di consumo, di comunicazione”1 attraverso cui transita la collettività nell’attualità di un progressivo “restringimento planetario e di un’accelerazione della storia”. Sono aeroporti, stazioni, metropolitane, iper-mercati, centri commerciali, fast-food, autostrade. Il non-luogo si definisce per contrasto rispetto al “luogo antropologico”, “in cui sono inscritti il legame sociale e la storia collettiva”. Il luogo è “identitario, relazionale e storico”, si fonda sull’interazione reciproca tra urbs e civitas. Il luogo è SPAZIO+IDENTITA’. Viceversa, il non-luogo è uno SPAZIO senza IDENTITA’, nel quale la civitas si è geneticamente metamorfizzata nella civiltà omologante dei consumi.
La metropoli contemporanea è il precipitato, la concrezione materiale di non-luoghi, di grovigli di impianti infrastrutturali per il trasporto, in cui regnano la dispersione, flussi energetici di masse, una nuova forma di “contrattualità solitaria tra individuo e spazi”, una scintillante “dappertuttità”, ossia l’eliminazione della percezione tradizionale di altrove, tramutato in ovunque e nel “riconoscimento planetario dell’anonimo” incarnato, per esempio, da brand famosi.

da “Self Organized Criticality. Oltre il determinismo: la pianificazione dei sistemi complessi. Città territorio ed economia nella Contemporaneità” - corso ASTRE (Alta Scuola Roma Tre Università di Roma) del Prof. Paolo Desideri Titolo tema: “Il concetto di spazio, di luogo e di non-luogo nella metropoli contemporanea”

                                                   “Koyaanisqatsi”(1982)

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