20 aprile 2015

25 Aprile 1945 dalla Liberazione alla Costituzione

 Il 24 aprile del 1945 viene impartito l'ordine di insurrezione generale che conclude la lotta di liberazione.
"Nel mese di aprile del 1945 dall'Appennino tosco-emiliano all'arco alpino divampò l'ultimo atto della guerra di liberazione, i tedechi si arressero, Mussolini fu giustiziato, Hitler si uccise. La guerra era finita, dispersa per sempre era la tenebrosa notte del nazi-fascismo". (da doc. Archivio Luce)




2 giugno 1946 L'Italia ha scelto. link al video (Archivio Luce Il Ministero della Costituente)
La democrazia italiana inizia la sua gigantesca quanto ardua opera di ricostruzione materiale e morale con questa catastrofica eredità. Nessuno dovrà mai dimenticarlo per non diventare facile vittima della più  subdola diffamazione fascista.
I governi espressi dai comitati di liberazione nazionale intuirono che la salvezza dell'Italia era essenzialmente un problema politico: fondare una democrazia per chiamare il popolo tutto alle supreme responsabilità del nostro rinnovamento e della nostra difficile pace.
Il Ministero della Costituente affidato al socialista Pietro Nenni svolgeva una complessa preparazione  legislativa, informativa, economica, statistica, necessaria premessa al dibattito sulla nuova carta costituzionale italiana, mentre l'Assemblea Consultiva perfezionava e approvava la legge elettorale.
Il popolo comprese che fare politica significa difendere nei liberi dibattiti e nelle libere elezioni il proprio bilancio familiare, la propria vita e la vita dei propri figli.
Il 18 giugno la Suprema Corte di Cassazione convalida e proclama i risultati del referendum nazionale; l'Italia ha scelto e la scelta ha un nome: Repubblica.
Pacifiche manifestazioni si svolgono a Roma e nelle principali città italiane per salutare la Repubblica. Sul Campidoglio torna a sventolare la bandiera repubblicana. L'Assemblea Costituente elegge presidente il socialista Giuseppe Saragat. L'illustre giurista napoletano Enrico De Nicola viene eletto presidente della Repubblica.
Il Presidente ricorda che " la grandezza morale di un popolo si misura dal coraggio con cui esso subisce le avversità della sorte, trasforma gli ostacoli in alimento di propositi e di azione, va incontro al suo certo avvenire. L'Italia rigenerata dal dolore e fortificata dai sacrifici riprenderà il suo cammino di ordinato progresso nel mondo perché il suo genio è immortale. Perché questa speranza possa diventare realtà l'Italia democratica ha una sola pacifica e formidabile arma: il lavoro, da cui trae ragione, forza e autorità ogni ordinata democrazia; il lavoro: unica ricchezza che nessuna pace per quanto iniqua potrà sottrarci, solo che il nostro pensiero si fermi sui nostri figli, verso i quali noi abbiamo una suprema responsabilità: risparmiare ad essi le nostre miserie, le nostre umiliazioni, le nostre sciagure e prepararli a diventare cittadini di una libera Italia in un mondo liberato. Questo vuole l'Italia democratica".


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