26 novembre 2015

Il conflitto siriano 2011-2015


foto da La voce del Trentino, Link all'articolo
 it.wikipedia Siria

Mandato francese (1920 - 1946)
Nel 1920, un breve regno indipendente della Siria venne istituito con Faisal I della famiglia Hashemita. Tuttavia il suo dominio sulla Siria si è concluso dopo solo pochi mesi, in seguito alla battaglia di Maysalun. Le truppe francesi occuparono la Siria l'anno dopo la conferenza di San Remo che propose alla Lega delle Nazioni Unite di mettere la Siria sotto mandato francese. Il generale Gouraud accordò con il suo segretario De Caix due opzioni: "O costruire una nazione siriana che non esiste... sanando le fratture che ancora la dividono" o "coltivare e mantenere tutti fenomeni, che richiedono il nostro arbitrato che queste divisioni procurano".
De Caix aggiunse: "Io devo dire che solo la seconda opzione mi interessa". Questo è ciò che Gouraud fece.
Nel 1925 Sultan al-Atrash guidò una rivolta che era scoppiata nella montagna Druze e si era diffusa travolgendo tutta la Siria e parte del Libano. Al-Atrash vinse diverse battaglie contro la Francia, in particolare la battaglia di al-Kafr del 21 luglio 1925, la battaglia di al-Mazraa del 2 e 3 agosto 1924 e la battaglia di Salkhad, al-Musayfirah e Suwayda. La Francia mandò migliaia di truppe dal Marocco e dal Senegal, per riconquistare delle città, anche se la resistenza durò fino alla primavera del 1927. I francesi condannarono a morte Sultan al-Atrash, ma questi scappò con i ribelli in Transgiordania e alla fine fu perdonato. Ritornò in Siria nel 1937 dopo la firma del trattato trattato tra Siria e Francia.
La Siria e la Francia negoziarono un trattato di indipendenza nel settembre del 1936, e Hashim al-Atassi fu il primo presidente ad essere eletto nella prima moderna Repubblica di Siria. Comunque il trattato non entrò mai in vigore perché la legislatura francese si rifiutò di ratificarlo. Con la conquista nazista della Francia nel 1940, durante la Seconda Guerra Mondiale, la Siria passò sotto il controllo dello stato di Vichy fino a che gli Inglesi e i Francesi che non facevano parte dello stato di Vichy occuparono il territorio di Siria-Libano nel Luglio 1941.
Le continue pressioni dei nazionalisti siriani e degli inglesi forzarono la Francia a evacuare le sue truppe alla fine della guerra nell'aprile 1946 lasciando il territorio nelle mani del governo repubblicano formatosi durante il mandato, la Siria diviene una repubblica indipendente.
Repubblica di Siria indipendente (1946 - 1966)
Il disordine dominò la politica siriana dall'indipendenza fino alla fine del 1960.
Nel maggio del 1948, subito dopo la nascita dello Stato di Israele, le forze siriane insieme ad altri stati arabi invasero Israele e attaccarono gli insediamenti ebraici. Shukri al-Quwwatliil primo presidente della Siria indipendente, voleva che le truppe siriane al fronte distruggessero i Sionisti.
L'invasione era dovuta al disaccordo delle forze arabe sulla nascita dello Stato di Israele.
La sconfitta in questa guerra fu uno dei fattori scatenanti il colpo di stato siriano del Marzo 1949 organizzato dal Colonnello Husni al-Za'im, noto come il primo colpo di stato del mondo arabo dall'inizio della Seconda Guerra Mondiale. Questo fu presto seguito da un altro colpo di stato da parte del Colonnello Sami al-Hinnawai che fu rapidamente deposto dal Colonnello Abid Shishakli, tutti questi fatti avvennero nel corso dello stesso anno. Shishakli abolì il multipartitismo, ma fu sconfitto nel 1954 da un colpo di stato e il sistema parlamentare fu restaurato.
Però, questa volta, il potere fu concentrato nelle mani delle forze militari e dei servizi di sicurezza.
La debolezza delle istituzioni parlamentari e la cattiva gestione dell'economia portò a una situazione di instabilità politica e sociale e all'influenza del Nasserismo e di altre ideologie.
C'era un campo fertile per i nazionalisti Arabi, Siriani e i movimenti socialisti che rappresentavano gli elementi ai margini della società. In particolare c'erano minoranze religiose, che chiedevano riforme radicali. Nel novembre 1956, come risultato diretto della Crisi di Suez, la Siria firmò un patto con l'Unione Sovietica. Questo diede un punto d'appoggio per l'influenza comunista all'interno del governo in cambio di equipaggiamenti militari. La Turchia diventò presto preoccupata di questo incremento di forza militare della Siria, poiché sembrava possibile che la Siria avrebbe potuto cercare di riprendere l'Iskenderun. Soltanto forti dibattiti nelle Nazioni Unite diminuirono la minaccia della guerra.
Il 1 Febbraio 1958, il presidente siriano Shykri al-Quwatli e Nasser, presidente dell'Egitto, annunciarono la fusione tra Siria ed Egitto, creando la Repubblica Araba Unita, e tutti i partiti politici siriani, come anche i comunisti, cessarono le loro attività.
Nel mentre, un gruppo di ufficiali di Ba'atist Siriani, allarmati dalla debole posizione del partito e dalla crescente fragilità dell'unione, decisero di formare un Comitato Segreto Militare; inizialmente i suoi membri erano il Colonnello Muhammad Umran, il Maggiore Salah Jadid e il Capitano Hafez al-Assad. Quando la Siria si separò il 28 Settembre 1961, la crescente instabilità culminò nel colpo di stato del 8 marzo 1963. La presa di potere fu organizzata da membri del partito socialista arabo Ba'ath guidato da Michel Allaq e Salah al-Din al-Bitar. Il nuovo governo era dominato dai membri Ba'ath.
Siria Ba athista (1966-2016)
Il 23 febbraio del 1966 il comitato militare realizzò un colpo di stato interno al partito, imprigionò il presidente Amin Hafez al-Assad e designò un governo regionale e civile Ba'ath il 1 marzo.
Nureddin-al-Atassi fu nominato capo dello stato, ma effettivamente fu Salah Jadidi a governare la Siria dal 1966 al 1970.
Il colpo di Stato provocò una spaccatura all'interno del pan-Arab Bath Party: si creò un gruppo Ba'ath iracheno e uno siriano.
All'inizio del 1967 esisteva uno stato di guerra latente tra la Siria e Israele.
Il conflitto per i terreni coltivati da Israele nella zona demilitarizzata causò il 7 aprile scontri aerei fra Israele e la Siria.
Il 5 giugno del 1967 Israele attaccò l'Egitto e diede inizio alla Guerra dei Sei giorni, la Siria prese parte alla guerra e attaccò Israele. Negli ultimi giorni di guerra Israele conquistò alla Siria i due terzi delle alture del Golan in sole 48 ore. La sconfitta causò la rottura tra Jadid e Assad.
Il disaccordo tra Jadid, che controllava l'apparato di partito e Assad, che controllava i militari continuò dopo la guerra. Nel 1970 il ritiro delle forze siriane inviate ad aiutare il OLP (Organizzazione per la liberazione della Palestina) durante le ostilità del "Settembre Nero" (guerra combattuta tra l'OLP e la Giordania tra il settembre 1970 e il luglio 1971 per il potere in Giordania) con la Giordania riflette questo disaccordo. La lotta per il potere culminò nel novembre del 1970, quando il Corrective Movement, un colpo di stato militare pacifico, che mise al potere Hafez al-Assad, appartenente alla minoranza religiosa musulmana scita degli alawiti, che ancora detiene il potere.
In 6 ottobre 1973, Siria ed Egitto diedero inizio alla guerra dello Yom Kippur contro Israele, L'Egitto per riconquistare la penisola del Sinai e la Siria le alture del Golan, perse nella Guerra dei Sei Giorni. La guerra ebbe fine il 25 ottobre con un “cessate il fuoco” imposto dalle Nazioni Unite. Le trattative seguite alla guerra condussero agli accordi di Camp David nel 1978, il Sinai fu assegnato all'Egitto, che riconobbe l'esistenza dello Stato di Israele.
All'inizio del 1976 la Siria diede inizio all'occupazione militare del Libano, durata trenta anni. Nei 15 anni successivi della guerra civile la Siria combatté per il controllo sul Libano e tentò di fermare Israele dalla conquista del sud del Libano. La Siria restò in Libano fino al 2005.
Nell'ultima parte degli anni 70 ebbe inizio un periodo di attacchi guidati da musulmani sunniti, in gran parte della Fratellanza musulmana, rivolti contro il governo ba'athista. Gli attacchi colpivano civili e militari fuori servizio, molti civili morivano negli attacchi di rappresaglia delle forze di sicurezza del governo. La lotta per il potere raggiunse la massima tensione nel 1982 durante il massacro di Hama quando dalle 10.000 alle 40.000 persone furono uccise da truppe regolari siriane.
La Siria ha partecipato alla Guerra del Golfo contro Saddam Hussein. La guerra ebbe inizio il due agosto 1990, una coalizione internazionale di 34 stati guidati dagli Stati Uniti e dal presidente George Bush senior attaccarono l'Iraq, dopo che questo aveva a sua volta attaccato il Kuwait, accusandolo di rubargli petrolio; questa guerra fu la prima delle due guerre combattute dagli Stati Uniti contro l'Iraq, la seconda fu combattuta nel 2003, in seguito all'attacco alla Twin Towers a New York.
La Siria ha partecipato alla Conferenza di Madrid multilaterale nel 1991, che ha cercato di riavviare il processo di pace tra Israele e i Palestinesi, e durante gli anni 90 è stata impegnata nelle negoziazioni con Israele. Queste negoziazioni fallirono e non ci furono ulteriori contatti siro-israeliani finché il presidente Haffez al Assad si incontro con il presidente Clinton a Ginevra nel Marzo del 2000.
Hafez al -Assad muore il dieci giugno del 2000. Suo figlio Bashar al- Assad è stato eletto presidente in un'elezione nella quale non c’erano altri candidati.
Dopo la sua elezione nasce il movimento “Damascus Spring”, un movimento popolare che nutre speranze di riforma del sistema politico. Ma nell’autunno 2001 le autorità sopprimono il movimento imprigionando i principali esponenti soprattutto gli intellettuali. Le riforme democratiche tanto desiderate si sono limitate ad alcune leggi che regolamentano il mercato.
Il 5 ottobre 2003 Israele ha bombardato un luogo vicino a Damasco, sostenendo che fosse una struttura di addestramento per terroristi della Jihad ( guerra santa)
Nel marzo 2004 i Siriani Curdi e gli Arabi si sono scontrati nel Nord-Est della città di Al-Qamishli. Segni di disordini sono stati registrati nelle città di Al-Qamishili e Hassakeh. Nel 2005 la Siria ritira le sue truppe dal Libano. Il 6 settembre 2007 i Jet Israeliani hanno compiuto l’operazione Orchard contro un sospetto reattore nucleare in costruzione con la supervisione di tecnici Nord Coreani.
L'attuale Guerra Civile Siriana ha avuto inizio nella primavera del 2011 come prosecuzione delle proteste nate dalla Primavera Araba. La Primavera Araba è stato un grande movimento di protesta che ha investito i principali paesi arabi, Tunisia, Egitto, Turchia, Yemen e Siria, nella primavera del 2011. Il movimento ha tratto ispirazione dalla rivoluzione tunisina del dicembre 2010, esplosa dopo che, il 17 dicembre 2010, Tarek el-Tayeb Mohamed Bouazizi, un venditore di frutta di ventisei anni, si è dato fuoco per protesta contro i soprusi della forza dell'ordine ed è morto. La Primavera Araba è finita verso la metà del 2012.
La Guerra Civile Siriana è iniziata come una catena di proteste pacifiche, seguita dalla repressione dell'esercito siriano. Nel luglio 2011 alcuni disertori dell'esercito governativo siriano hanno proclamato la formazione dell'Esercito Siriano Libero.
A combattere la minoranza alawita che detiene il potere in Siria dal 1970 sono i musulmani sunniti; nella guerra si sono introdotti i terroristi dell'IS (Islamic State) o Daesh che hanno creato nel territorio dell'Iraq e della Siria lo Stato Islamico di Iraq e Siria (ISIS), detto anche califfato, proclamato nel giugno del 2014.
Secondo diverse fonti, tra cui l'ONU e UNHCR (Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati), più di 250.000 persone sono state uccise dall'inizio della guerra, tra queste ci sono migliaia di bambini. Per sfuggire alla violenza milioni di siriani sono stati costretti ad abbandonare le loro case e a fuggire verso i paesi vicini, Giordania, Iraq, Libano e Turchia e centinaia di migliaia di profughi sono giunti in Europa.
da en.wikipedia Syria  (traduzione a cura della 1AL a.s.2015-2016)

Domande e risposte

Mandato francese (1920 - 1946)
Quanto durò il mandato francese in Siria?
Dalla conferenza di Sanremo tenutasi nell'aprile del 1920 all'aprile del 1946
In quale periodo ci fu un rivolta contro la Francia, guidata da chi?
Nel 1925 e fu guidata da Al-Atrash.
Quando la Francia abbandona la Siria.
Nell'aprile del 1946
Quando la Siria diviene una repubblica indipendente?
La Siria diviene una repubblica indipendente nell'aprile del 1946.

Repubblica di Siria indipendente (1946 - 1966)
Quando si combatte la prima guerra tra forze arabe e Israele perché?
Nel maggio 1948 all'indomani della proclamazione di Israele, perché gli stati arabi confinanti non erano d'accordo con la nascita dello stato di Israele.
Con chi e quando la repubblica siriana firma un patto?
Nel novembre 1956 con L'Unione Sovietica.
Chi e perché si preoccupa della crescente potenza militare della Siria?
La Turchia perché temeva che la Siria volesse riprendersi la città di Iskenderun
Quando si forma la Repubblica Araba Unita che unisce Egitto e Siria?
Nel 1958
Quando si separa la Siria?
Nel settembre del 1961
Chi detiene il potere dopo il colpo di stato del 8 marzo 1963?
Il partito Ba'ath

Siria Ba athista
(1966-2016)
Chi si impadronisce del potere all'interno del partito Ba'ath nel 1966?
Salah Jadidi
Quando e tra chi è combattuta la Guerra dei sei giorni?
La Guerra dei sei giorni fu combattuta nel giugno del 1967 da Israele contro l' Egitto e la Siria
Come termina?
La guerra termina con la vittoria di Israele e la sconfitta della Siria che perde le Alture del Golan
Quando Hafez al-Assad prende il potere?
Nel novembre del 1970
A quale minoranza religiosa musulmana appartiene Hafez al- Assad?
A quella degli Alawiti
Quando ci fu la guerra dello Yom Kippur?
Nell'ottobre del 1973
Quando si tennero gli accordi di Camp David?
Nel 1978
Perché furono importanti?
Perché l'Egitto riconobbe Israele
Cosa è avvenuto nella città di Hama nel 1982?
Ci fu un massacro di civili, in seguito allo scontro tra le forze militari del governo siriano e i ribelli della Fratellanza musulmana
A quale guerra partecipa la Siria nel 1990?
Alla guerra contro l'Iraq
Quando viene eletto Bashar al-Assad?
Nel giugno del 2000 dopo la morte del padre
Che cos'è “Damascus Spring”?
Un movimento politico popolare che vuole riformare il sistema politico
Come si comporta il regime nei confronti del movimento?
Lo reprime imprigionando le persone che lo animano
Quando è iniziata la Guerra Civile Siriana?
Nella primavera del 2011Che cos'è la Primavera arabaLa Primavera Araba è stato un grande movimento di protesta che ha investito i principali paesi arabi, Tunisia, Egitto, Turchia, Yemen e Siria, nella primavera del 2011Quale episodio ha dato inizio alla Primavera araba?
La rivoluzione tunisina del dicembre 2010, esplosa dopo che, il 17 dicembre 2010, Tarek el-Tayeb Mohamed Bouazizi, un venditore di frutta di ventisei anni, si è dato fuoco per protesta contro i soprusi della polizia ed è morto.
Chi combatte la minoranze alawita al potere in Siria?
I musulmani sunniti
Quando è stato proclamato lo Stato islamico di Iraq e Siria detto anche califfato?
Nel giugno del 2014
Che cosa ha provocato la Guerra civile in Siria?
Centinaia di migliaia di morti, tra cui moltissimi bambini e milioni di profughi
Quali sono gli attentati terroristici rivendicati dall'ISIS compiuti tra ottobre e novembre 2015?
Quale decisione è stata recentemente presa dal Consiglio di sicurezza dell'ONU?

Articoli di approfondimento per la produzione del blendspace

"Siria un incubo chiamato "proxy war" la guerra per procura"
di Gideon Rachman 7 ottobre2015 Il sole 24Ore (link all'articolo)
Negli anni 30 del secolo scorso la guerra civile in Spagna risucchiò una gran quantità di forze straniere, con i nazisti tedeschi a sostegno dei nazionalisti, l'Unione Sovietica in aiuto dei repubblicani e gli idealisti di tutto il mondo che si ammassavano per combattere con l'una o l'altra delle parti in conflitto. Un'analoga “proxy war”, guerra per procura, è in corso oggi in Siria, con i bombardamenti delle forze aeree sia della Russia che degli Stati Uniti e i combattenti stranieri che si riversano nel Paese.
La trasformazione di una guerra civile in una guerra per procura tra potenze venute dall'esterno è quasi invariabilmente uno sviluppo tragico e pericoloso. In Siria, questo cambiamento ha reso la guerra più lunga, più cruenta, più pericolosa per il resto del mondo e più difficile da finire. Dopo quattro anni, una guerra civile convenzionale avrebbe già potuto essersi spenta, offrendo ai siriani qualche possibilità di ricostruire le loro vite e il loro Paese. Tuttavia, con le potenze esterne che versano benzina sul fuoco del conflitto, è evidente che solamente una qualche forma di accordo internazionale può offrire una speranza per la conclusione delle ostilità.
Che cosa succede secondo il giornalista inglese quando una guerra civile si trasforma in una guerra per procura?
Che cos'è una guerra per procura?

 

Purtroppo, sembra di essere ancora nel bel mezzo della fase di escalation, dal momento che le potenze esterne intensificano i loro sforzi sul campo di battaglia, sperando o di conseguire una vittoria per la “loro” parte oppure di garantirsi una posizione di maggiore forza in vista di eventuali colloqui di pace. Iran, Russia e le milizie Hezbollah sono intervenute a nome del regime del presidente Bashar-al-Assad. Stati Uniti, Arabia Saudita, monarchie del Golfo, Turchia, Francia e Regno Unito hanno sostenuto le forze di opposizione.
Nel frattempo, gli jihadisti stranieri continuano ad affluire verso la Siria per combattere come aderenti all'Isis, l'autoproclamato califfato islamico.
Quali sono gli schieramenti in campo nella guerra per procura che si combatte in Siria?

Le guerre per procura sono disastrose per i Paesi sul cui territorio vengono combattute, ma possono risultare molto pericolose per le stesse potenze che alimentano il conflitto. Il rischio più ovvio è che una guerra combattuta inizialmente attraverso alleati che agiscono per procura possa sfociare in un conflitto diretto. I Paesi che avevano sostenuto le opposte fazioni negli anni 30 in Spagna si ritrovarono poi a combattere direttamente, una contro l'altra, negli anni 40. Il pericolo che il conflitto siriano conduca a un scontro aperto tra iraniani e sauditi, o persino tra russi e americani, non può essere sottovalutato, in modo particolare quando le forze aeree rivali si stanno muovendo in un contesto operativo di stretta prossimità.

Tuttavia, i pericoli di una guerra per procura vanno ben oltre il rischio di un conflitto diretto. I focolai di un conflitto sono difficili da controllare una volta che sono stati deliberatamente propagati. Il Pakistan e gli Usa, per esempio, combatterono una guerra per procura contro l'Unione Sovietica in Afghanistan negli anni 80, ma successivamente si trovarono a soffrire molto per il “ritorno di fiamma” dei militanti islamici che avevano appoggiato nel Paese.
Non è difficile vedere come il conflitto siriano possa generare un analogo ritorno di fiamma per alcune delle nazioni coinvolte nel conflitto.

Il governo dell'Arabia Saudita è chiaramente minacciato da alcuni degli stessi gruppi di militanti islamici che ha incoraggiato e sostenuto in Siria. La Russia, a sua volta, rischia di infiammare le popolazioni musulmane che vivono all'interno dei suoi confini e di essere pesantemente trascinata in un'altra guerra se anche il conflitto in Ucraina si incattivisce.
Malgrado questi rischi, le potenze estere continuano a farsi coinvolgere nel conflitto, perché temono che la loro sicurezza e il loro status possa indebolirsi se consentono ad altre nazioni o credi religiosi di prendere l'iniziativa.

L'esempio più evidente è la battaglia tra le forze sunnite e quelle sciite dell'Islam. Il regime di Assad è sostenuto dagli Stati a dominazione sciita, in particolare Iran e Iraq. Le forze anti-Assad sono supportate dagli Stati sunniti: Arabia Saudita, le monarchie del Golfo e la Turchia.
A questa contesa tra potenze regionali si sovrappone lo scontro tra Russia e Usa, con la prima schierata con Assad e i secondi che continuano a reclamare la sua cacciata. La contesa Russia-Usa riguarda in parte l'influenza nel Medio Oriente, ma presenta anche più ampi risvolti geopolitici e ideologici. Mosca e l'Occidente stanno già ingaggiando una guerra per procura sul futuro dell'Ucraina.
Quali sono gli stati sunniti e quali quelli sciiti?
Come sono schierati la Russia e gli Stati Uniti?

Sono inoltre ai ferri corti sul più generale concetto di sostegno a un “cambio di regime” contro i governi antidemocratici e oppressivi.
L'Isis aggiunge un ulteriore strato di complicazione. In teoria, la minaccia dei militanti jihadisti potrebbe unificare tutte le potenze esterne. In pratica, le potenze occidentali hanno accusato la Russia di ignorare in gran parte l'Isis e invece di puntare l'obiettivo sui gruppi più moderati che combattono il regime di Assad, alcuni dei quali beneficiano proprio del sostegno occidentale.
C'è un analogo fattore di tensione, benché di profilo non così elevato, tra Usa e Turchia.
Di che cosa accusano la Russia le potenze occidentali?

Gli americani hanno accolto con favore la disponibilità della Turchia a partecipare ai bombardamenti contro l'Isis, ma sono rimasti costernati nello scoprire che i turchi sono più inclini ad attaccare le milizie curde, tra le poche forze non-jihadiste a combattere Assad in modo efficace.
Tutte le nazioni che sono intervenute in Siria sono motivate, in larga misura, dalla paura. I sauditi temono l'ascesa dell'Iran e, a loro volta, gli iraniani temono che il governo alleato in Siria venga rimpiazzato da uno Stato ostile a dominazione sunnita.

Il presidente russo Vladimir Putin – di fronte a un'economia che si contrae e allo stallo in Ucraina – vuole prevenire un nuovo “cambio di regime” sponsorizzato dagli occidentali. Gli Stati Uniti si sentono in dovere di rispondere, per paura che l'amministrazione Obama sia nuovamente accusata di accettare passivamente un declino della potenza americana, secondo una percezione che rischia di risultare auto-avverante.
Tutte queste nazioni temono che le loro debolezze finiscano allo scoperto o addirittura risultino accentuate se la loro parte viene vista “perdere” in Siria. Tutti quanti sembrano incapaci di agire nel reciproco interesse di porre fine a un conflitto che li minaccia tutti. Fino a quando non decideranno di cooperare, lo strazio del popolo siriano continuerà.
Copyright The FinancialTimes Limited 2015 (link all'articolo del Financial Times)
(Traduzione di Marco Mariani)

L'Occidente nella trappola dell'odio tra sunniti e sciiti 
di AlbertoNegri 28 giugno 2015  Il sole 24Ore (link all'articolo)
Se martedì 30 giugno, salvo rinvii incombenti, venisse firmata l’intesa sul nucleare dell’Iran, questo sarebbe davvero un brutto colpo per l’Arabia Saudita e Israele ma anche per il Califfato e i jihadisti sunniti, i cui maggiori nemici, oltre ai curdi, sono proprio gli sciiti militanti: dalla repubblica islamica degli ayatollah agli Hezbollah libanesi, dal regime alauita di Damasco di Assad ai ribelli Houti dello Yemen. In apparenza un'intesa per mettere sotto controllo il nucleare iraniano dovrebbe tranquillizzare i rivali sunniti del Golfo e lo stato ebraico, in realtà questo accordo, sempre che si faccia, rilancia l’Iran, alleggerito dalle sanzioni, nel grande gioco internazionale.

Siamo a un punto di svolta perché si comincia a delineare una parte fondamentale del rebus mediorientale, le cui guerre sono arrivate a insanguinare il cuore del continente. Tra Arabia Saudita e Iran, l’Occidente è chiamato a scegliere nel conflitto tra sciiti e sunniti all'origine dell’attuale destabilizzazione mediorientale.

È un po’ come stare tra Scilla e Cariddi, navigare pericolosamente tra un gorgo e uno scoglio: da una parte l’Iran, che dalla rivoluzione islamica del 1979 di Khomeini ha rappresentato per tre decenni la roccaforte anti-occidentale dello sciismo; dall’altra l’Arabia Saudita, custode di Mecca e Medina, il più oscurantista dei Paesi arabi, bastione del wahabismo, versione retrograda e ultra conservatrice dell’Islam. Insomma siamo stretti tra due integralismi, con la differenza che quello iraniano oggi è nemico dei nemici dell’Occidente, cioè del Califfato e dei jihadisti, la cui ideologia, affine all’Islam ultraortodosso saudita, è un’utopia reazionaria contraria a ogni versione moderata e riformista della religione del Profeta.Ma il rebus è assai complicato da sciogliere proprio per gli interessi occidentali. L’Arabia Saudita e le petromonarchie del Golfo sono tra i maggiori investitori in Europa, rappresentano i ricchi clienti delle nostre industrie di armi e sono da sempre strategici fornitori di petrolio. I rapporti politici con il Golfo sono ambigui fino dagli anni ’80 quando Stati Uniti ed Europa appoggiarono l’attacco iracheno di Saddam all’Iran: quel primo conflitto nel Golfo, durato otto anni con un milione di morti, fu l’apertura in grande stile della guerra tra sciiti e sunniti. Allora l’Occidente e gli americani decisero di non scegliere: si vendevano armi agli iracheni ma anche all’Iran. Dal conflitto, per la teoria del “doppio contenimento”, non dovevano uscire né vinti né vincitori.

Allo stesso tempo Riad era diventato il grande alleato degli Stati Uniti contro l’Urss dopo l’invasione sovietica dell’Afghanistan nel 1979: i sauditi spesero 4 miliardi di dollari per appoggiare i mujaheddin contro l’Armata Rossa e le monarchie del Golfo altri 50 per sostenere un Saddam Hussein che alla fine del conflitto con l’Iran era così indebitato fino al collo da decidere l’invasione del Kuwait nel’90.

Questo “equilibrio”, come si vede molto precario, manovrato dall’Occidente e dagli Stati Uniti, è stato rotto dall’invasione americana dell’Iraq del 2003 che ha consegnato il Paese alla maggioranza sciita esautorando i sunniti. Tutto quello che vediamo oggi è una lotta tra chi vuole conservare le posizioni raggiunte, gli sciiti, e le potenze sunnite che cercano una rivincita frammentando l’Iraq e tentando di abbattere in Siria Bashar Assad. Il califfato e i jihadisti sono funzionali alla strategia sunnita che ha come obiettivo sconfiggere l’Iran e tenere lontani da casa propria estremisti che contestano le monarchie arabe.

Anche per questi motivi la coalizione internazionale anti-Isis per le potenze sunnite è una fiction. Perchè mai dovrebbero bombardare i jihadisti nemici dell’Iran? Casomai li aiutano, in Iraq, in Siria, in Yemen, tutti campi di battaglia di una guerra per procura in corso da anni. Se ne libereranno, se ci riescono, più tardi.

L’espansione del Califfato è stata resa possibile dagli errori dell’occidente, con l’invasione Usa dell’Iraq e la disgregazione, sull’onda delle primavere arabe, di stati come la Siria, accompagnata da quella di Yemen e Libia. Oggi restano quattro sole potenze regionali: Turchia, Iran, Israele e Arabia Saudita e di queste soltanto l’ultima è araba. Ognuna ha i suoi obiettivi. La Persia dominare il Golfo, la Turchia espandere la sua influenza nel Nord della Siria e dell'Iraq, l’Arabia Saudita mantenere la leadership religiosa e ideologica del mondo musulmano, Israele garantirsi a ogni costo la sopravvivenza.

Gli Stati Uniti, che non hanno più bisogno del petrolio mediorientale, hanno deciso di “guidare da dietro” questa transizione, mentre Mosca tiene le posizioni soprattutto in Siria con la base di Tartous. Quanto all’Europa oggi appare un cliente degli Stati del Golfo: non li influenza più, anzi ne è influenzata sotto il profilo economico ma anche politico. Ecco perché la guerra al Califfato e al terrorismo è così ambigua e finora tutto sommato inefficace. Vedremo tra qualche giorno se l’intesa possibile tra il Cinque più Uno e l’Iran diventerà una vera svolta o l’ennesimo rinvio delle scelte dell’Occidente.

A chi attribuisce il giornalista l'espansione del Califfato?
Quale differenza c'è tra l'interpretazione della situazione di questo giornalista e quella del precedente giornalista?



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