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Mandato francese (1920 - 1946)
Nel 1920, un breve regno
indipendente della Siria venne istituito con Faisal I della famiglia
Hashemita. Tuttavia il suo dominio sulla Siria si è concluso dopo
solo pochi mesi, in seguito alla battaglia di Maysalun. Le truppe
francesi occuparono la Siria l'anno dopo la conferenza di San Remo
che propose alla Lega delle Nazioni Unite di mettere la Siria sotto
mandato francese. Il generale Gouraud accordò con il suo segretario
De Caix due opzioni: "O costruire una nazione siriana che non
esiste... sanando le fratture che ancora la dividono" o
"coltivare e mantenere tutti fenomeni, che richiedono il nostro
arbitrato che queste divisioni procurano".
De Caix aggiunse: "Io
devo dire che solo la seconda opzione mi interessa". Questo è
ciò che Gouraud fece.
Nel 1925 Sultan al-Atrash
guidò una rivolta che era scoppiata nella montagna Druze e si era
diffusa travolgendo tutta la Siria e parte del Libano. Al-Atrash
vinse diverse battaglie contro la Francia, in particolare la
battaglia di al-Kafr del 21 luglio 1925, la battaglia di al-Mazraa
del 2 e 3 agosto 1924 e la battaglia di Salkhad, al-Musayfirah e
Suwayda. La Francia mandò migliaia di truppe dal Marocco e dal
Senegal, per riconquistare delle città, anche se la resistenza durò
fino alla primavera del 1927. I francesi condannarono a morte Sultan
al-Atrash, ma questi scappò con i ribelli in Transgiordania e alla
fine fu perdonato. Ritornò in Siria nel 1937 dopo la firma del
trattato trattato tra Siria e Francia.
La Siria e la Francia
negoziarono un trattato di indipendenza nel settembre del 1936, e
Hashim al-Atassi fu il primo presidente ad essere eletto nella prima
moderna Repubblica di Siria. Comunque il trattato non entrò mai in
vigore perché la legislatura francese si rifiutò di ratificarlo.
Con la conquista nazista della Francia nel 1940, durante la Seconda
Guerra Mondiale, la Siria passò sotto il controllo dello stato di
Vichy fino a che gli Inglesi e i Francesi che non facevano parte
dello stato di Vichy occuparono il territorio di Siria-Libano nel
Luglio 1941.
Le continue pressioni dei
nazionalisti siriani e degli inglesi forzarono la Francia a evacuare
le sue truppe alla fine della guerra nell'aprile 1946 lasciando il
territorio nelle mani del governo repubblicano formatosi durante il
mandato, la Siria diviene una repubblica indipendente.
Repubblica di Siria
indipendente (1946 - 1966)
Il disordine dominò la
politica siriana dall'indipendenza fino alla fine del 1960.
Nel maggio del 1948, subito
dopo la nascita dello Stato di Israele, le forze siriane insieme ad
altri stati arabi invasero Israele e attaccarono gli insediamenti
ebraici. Shukri al-Quwwatliil primo presidente della Siria
indipendente, voleva che le truppe siriane al fronte distruggessero i
Sionisti.
L'invasione era dovuta al
disaccordo delle forze arabe sulla nascita dello Stato di Israele.
La sconfitta in questa guerra fu uno dei fattori scatenanti il colpo di stato siriano del Marzo 1949 organizzato dal Colonnello Husni al-Za'im, noto come il primo colpo di stato del mondo arabo dall'inizio della Seconda Guerra Mondiale. Questo fu presto seguito da un altro colpo di stato da parte del Colonnello Sami al-Hinnawai che fu rapidamente deposto dal Colonnello Abid Shishakli, tutti questi fatti avvennero nel corso dello stesso anno. Shishakli abolì il multipartitismo, ma fu sconfitto nel 1954 da un colpo di stato e il sistema parlamentare fu restaurato.
La sconfitta in questa guerra fu uno dei fattori scatenanti il colpo di stato siriano del Marzo 1949 organizzato dal Colonnello Husni al-Za'im, noto come il primo colpo di stato del mondo arabo dall'inizio della Seconda Guerra Mondiale. Questo fu presto seguito da un altro colpo di stato da parte del Colonnello Sami al-Hinnawai che fu rapidamente deposto dal Colonnello Abid Shishakli, tutti questi fatti avvennero nel corso dello stesso anno. Shishakli abolì il multipartitismo, ma fu sconfitto nel 1954 da un colpo di stato e il sistema parlamentare fu restaurato.
Però, questa volta, il
potere fu concentrato nelle mani delle forze militari e dei servizi
di sicurezza.
La debolezza delle
istituzioni parlamentari e la cattiva gestione dell'economia portò a
una situazione di instabilità politica e sociale e all'influenza del
Nasserismo e di altre ideologie.
C'era un campo fertile per i
nazionalisti Arabi, Siriani e i movimenti socialisti che
rappresentavano gli elementi ai margini della società. In
particolare c'erano minoranze religiose, che chiedevano riforme
radicali. Nel novembre 1956, come risultato diretto della Crisi di
Suez, la Siria firmò un patto con l'Unione Sovietica. Questo diede
un punto d'appoggio per l'influenza comunista all'interno del governo
in cambio di equipaggiamenti militari. La Turchia diventò presto
preoccupata di questo incremento di forza militare della Siria,
poiché sembrava possibile che la Siria avrebbe potuto cercare di
riprendere l'Iskenderun. Soltanto forti dibattiti nelle Nazioni Unite
diminuirono la minaccia della guerra.
Il 1 Febbraio 1958, il presidente siriano Shykri al-Quwatli e Nasser, presidente dell'Egitto, annunciarono la fusione tra Siria ed Egitto, creando la Repubblica Araba Unita, e tutti i partiti politici siriani, come anche i comunisti, cessarono le loro attività.
Nel mentre, un gruppo di ufficiali di Ba'atist Siriani, allarmati dalla debole posizione del partito e dalla crescente fragilità dell'unione, decisero di formare un Comitato Segreto Militare; inizialmente i suoi membri erano il Colonnello Muhammad Umran, il Maggiore Salah Jadid e il Capitano Hafez al-Assad. Quando la Siria si separò il 28 Settembre 1961, la crescente instabilità culminò nel colpo di stato del 8 marzo 1963. La presa di potere fu organizzata da membri del partito socialista arabo Ba'ath guidato da Michel Allaq e Salah al-Din al-Bitar. Il nuovo governo era dominato dai membri Ba'ath.
Il 1 Febbraio 1958, il presidente siriano Shykri al-Quwatli e Nasser, presidente dell'Egitto, annunciarono la fusione tra Siria ed Egitto, creando la Repubblica Araba Unita, e tutti i partiti politici siriani, come anche i comunisti, cessarono le loro attività.
Nel mentre, un gruppo di ufficiali di Ba'atist Siriani, allarmati dalla debole posizione del partito e dalla crescente fragilità dell'unione, decisero di formare un Comitato Segreto Militare; inizialmente i suoi membri erano il Colonnello Muhammad Umran, il Maggiore Salah Jadid e il Capitano Hafez al-Assad. Quando la Siria si separò il 28 Settembre 1961, la crescente instabilità culminò nel colpo di stato del 8 marzo 1963. La presa di potere fu organizzata da membri del partito socialista arabo Ba'ath guidato da Michel Allaq e Salah al-Din al-Bitar. Il nuovo governo era dominato dai membri Ba'ath.
Siria Ba athista
(1966-2016)
Il 23 febbraio del 1966 il
comitato militare realizzò un colpo di stato interno al partito,
imprigionò il presidente Amin Hafez al-Assad e designò un governo
regionale e civile Ba'ath il 1 marzo.
Nureddin-al-Atassi fu
nominato capo dello stato, ma effettivamente fu Salah Jadidi a
governare la Siria dal 1966 al 1970.
Il colpo di Stato provocò
una spaccatura all'interno del pan-Arab Bath Party: si creò un
gruppo Ba'ath iracheno e uno siriano.
All'inizio del 1967 esisteva
uno stato di guerra latente tra la Siria e Israele.
Il conflitto per i terreni coltivati da Israele nella zona demilitarizzata causò il 7 aprile scontri aerei fra Israele e la Siria.
Il 5 giugno del 1967 Israele attaccò l'Egitto e diede inizio alla Guerra dei Sei giorni, la Siria prese parte alla guerra e attaccò Israele. Negli ultimi giorni di guerra Israele conquistò alla Siria i due terzi delle alture del Golan in sole 48 ore. La sconfitta causò la rottura tra Jadid e Assad.
Il conflitto per i terreni coltivati da Israele nella zona demilitarizzata causò il 7 aprile scontri aerei fra Israele e la Siria.
Il 5 giugno del 1967 Israele attaccò l'Egitto e diede inizio alla Guerra dei Sei giorni, la Siria prese parte alla guerra e attaccò Israele. Negli ultimi giorni di guerra Israele conquistò alla Siria i due terzi delle alture del Golan in sole 48 ore. La sconfitta causò la rottura tra Jadid e Assad.
Il disaccordo tra Jadid, che
controllava l'apparato di partito e Assad, che controllava i militari
continuò dopo la guerra. Nel 1970 il ritiro delle forze siriane
inviate ad aiutare il OLP (Organizzazione per la liberazione della
Palestina) durante le ostilità del "Settembre Nero"
(guerra combattuta tra l'OLP e la Giordania tra il settembre 1970 e
il luglio 1971 per il potere in Giordania) con la Giordania riflette
questo disaccordo. La lotta per il potere culminò nel novembre del
1970, quando il Corrective Movement, un colpo di stato militare
pacifico, che mise al potere Hafez al-Assad, appartenente alla
minoranza religiosa musulmana scita degli alawiti, che ancora detiene
il potere.
In 6 ottobre 1973, Siria ed
Egitto diedero inizio alla guerra dello Yom Kippur contro Israele,
L'Egitto per riconquistare la penisola del Sinai e la Siria le alture
del Golan, perse nella Guerra dei Sei Giorni. La guerra ebbe fine il
25 ottobre con un “cessate il fuoco” imposto dalle Nazioni Unite.
Le trattative seguite alla guerra condussero agli accordi di Camp
David nel 1978, il Sinai fu assegnato all'Egitto, che riconobbe
l'esistenza dello Stato di Israele.
All'inizio del 1976 la Siria diede inizio all'occupazione militare del Libano, durata trenta anni. Nei 15 anni successivi della guerra civile la Siria combatté per il controllo sul Libano e tentò di fermare Israele dalla conquista del sud del Libano. La Siria restò in Libano fino al 2005.
All'inizio del 1976 la Siria diede inizio all'occupazione militare del Libano, durata trenta anni. Nei 15 anni successivi della guerra civile la Siria combatté per il controllo sul Libano e tentò di fermare Israele dalla conquista del sud del Libano. La Siria restò in Libano fino al 2005.
Nell'ultima parte degli anni
70 ebbe inizio un periodo di attacchi guidati da musulmani sunniti,
in gran parte della Fratellanza musulmana, rivolti contro il governo
ba'athista. Gli attacchi colpivano civili e militari fuori servizio,
molti civili morivano negli attacchi di rappresaglia delle forze di
sicurezza del governo. La lotta per il potere raggiunse la massima
tensione nel 1982 durante il massacro di Hama quando dalle 10.000
alle 40.000 persone furono uccise da truppe regolari siriane.
La Siria ha partecipato alla
Guerra del Golfo contro Saddam Hussein. La guerra ebbe inizio il due
agosto 1990, una coalizione internazionale di 34 stati guidati dagli
Stati Uniti e dal presidente George Bush senior attaccarono l'Iraq,
dopo che questo aveva a sua volta attaccato il Kuwait, accusandolo di
rubargli petrolio; questa guerra fu la prima delle due guerre
combattute dagli Stati Uniti contro l'Iraq, la seconda fu combattuta
nel 2003, in seguito all'attacco alla Twin Towers a New York.
La Siria ha partecipato alla Conferenza di Madrid multilaterale nel 1991, che ha cercato di riavviare il processo di pace tra Israele e i Palestinesi, e durante gli anni 90 è stata impegnata nelle negoziazioni con Israele. Queste negoziazioni fallirono e non ci furono ulteriori contatti siro-israeliani finché il presidente Haffez al Assad si incontro con il presidente Clinton a Ginevra nel Marzo del 2000.
La Siria ha partecipato alla Conferenza di Madrid multilaterale nel 1991, che ha cercato di riavviare il processo di pace tra Israele e i Palestinesi, e durante gli anni 90 è stata impegnata nelle negoziazioni con Israele. Queste negoziazioni fallirono e non ci furono ulteriori contatti siro-israeliani finché il presidente Haffez al Assad si incontro con il presidente Clinton a Ginevra nel Marzo del 2000.
Hafez al -Assad muore il
dieci giugno del 2000. Suo figlio Bashar al- Assad è stato eletto
presidente in un'elezione nella quale non c’erano altri
candidati.
Dopo la sua elezione nasce il movimento “Damascus Spring”, un movimento popolare che nutre speranze di riforma del sistema politico. Ma nell’autunno 2001 le autorità sopprimono il movimento imprigionando i principali esponenti soprattutto gli intellettuali. Le riforme democratiche tanto desiderate si sono limitate ad alcune leggi che regolamentano il mercato.
Il 5 ottobre 2003 Israele ha bombardato un luogo vicino a Damasco, sostenendo che fosse una struttura di addestramento per terroristi della Jihad ( guerra santa)
Nel marzo 2004 i Siriani Curdi e gli Arabi si sono scontrati nel Nord-Est della città di Al-Qamishli. Segni di disordini sono stati registrati nelle città di Al-Qamishili e Hassakeh. Nel 2005 la Siria ritira le sue truppe dal Libano. Il 6 settembre 2007 i Jet Israeliani hanno compiuto l’operazione Orchard contro un sospetto reattore nucleare in costruzione con la supervisione di tecnici Nord Coreani.
Dopo la sua elezione nasce il movimento “Damascus Spring”, un movimento popolare che nutre speranze di riforma del sistema politico. Ma nell’autunno 2001 le autorità sopprimono il movimento imprigionando i principali esponenti soprattutto gli intellettuali. Le riforme democratiche tanto desiderate si sono limitate ad alcune leggi che regolamentano il mercato.
Il 5 ottobre 2003 Israele ha bombardato un luogo vicino a Damasco, sostenendo che fosse una struttura di addestramento per terroristi della Jihad ( guerra santa)
Nel marzo 2004 i Siriani Curdi e gli Arabi si sono scontrati nel Nord-Est della città di Al-Qamishli. Segni di disordini sono stati registrati nelle città di Al-Qamishili e Hassakeh. Nel 2005 la Siria ritira le sue truppe dal Libano. Il 6 settembre 2007 i Jet Israeliani hanno compiuto l’operazione Orchard contro un sospetto reattore nucleare in costruzione con la supervisione di tecnici Nord Coreani.
L'attuale Guerra Civile
Siriana ha avuto inizio nella primavera del 2011 come prosecuzione
delle proteste nate dalla Primavera Araba. La Primavera Araba è
stato un grande movimento di protesta che ha investito i principali
paesi arabi, Tunisia, Egitto, Turchia, Yemen e Siria, nella primavera
del 2011. Il movimento ha tratto ispirazione dalla rivoluzione
tunisina del dicembre 2010, esplosa dopo che, il 17 dicembre 2010,
Tarek el-Tayeb Mohamed Bouazizi, un venditore di frutta di ventisei
anni, si è dato fuoco per protesta contro i soprusi della forza
dell'ordine ed è morto. La Primavera Araba è finita verso la metà
del 2012.
La Guerra Civile Siriana è iniziata come una catena di proteste pacifiche, seguita dalla repressione dell'esercito siriano. Nel luglio 2011 alcuni disertori dell'esercito governativo siriano hanno proclamato la formazione dell'Esercito Siriano Libero.
A combattere la minoranza alawita che detiene il potere in Siria dal 1970 sono i musulmani sunniti; nella guerra si sono introdotti i terroristi dell'IS (Islamic State) o Daesh che hanno creato nel territorio dell'Iraq e della Siria lo Stato Islamico di Iraq e Siria (ISIS), detto anche califfato, proclamato nel giugno del 2014.
Secondo diverse fonti, tra cui l'ONU e UNHCR (Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati), più di 250.000 persone sono state uccise dall'inizio della guerra, tra queste ci sono migliaia di bambini. Per sfuggire alla violenza milioni di siriani sono stati costretti ad abbandonare le loro case e a fuggire verso i paesi vicini, Giordania, Iraq, Libano e Turchia e centinaia di migliaia di profughi sono giunti in Europa.
da en.wikipedia Syria (traduzione a cura della 1AL a.s.2015-2016)
Domande e risposte
Mandato francese (1920 - 1946)
La Guerra Civile Siriana è iniziata come una catena di proteste pacifiche, seguita dalla repressione dell'esercito siriano. Nel luglio 2011 alcuni disertori dell'esercito governativo siriano hanno proclamato la formazione dell'Esercito Siriano Libero.
A combattere la minoranza alawita che detiene il potere in Siria dal 1970 sono i musulmani sunniti; nella guerra si sono introdotti i terroristi dell'IS (Islamic State) o Daesh che hanno creato nel territorio dell'Iraq e della Siria lo Stato Islamico di Iraq e Siria (ISIS), detto anche califfato, proclamato nel giugno del 2014.
Secondo diverse fonti, tra cui l'ONU e UNHCR (Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati), più di 250.000 persone sono state uccise dall'inizio della guerra, tra queste ci sono migliaia di bambini. Per sfuggire alla violenza milioni di siriani sono stati costretti ad abbandonare le loro case e a fuggire verso i paesi vicini, Giordania, Iraq, Libano e Turchia e centinaia di migliaia di profughi sono giunti in Europa.
da en.wikipedia Syria (traduzione a cura della 1AL a.s.2015-2016)
Domande e risposte
Mandato francese (1920 - 1946)
Quanto durò il mandato
francese in Siria?
Dalla conferenza di Sanremo tenutasi nell'aprile del 1920 all'aprile del 1946
In quale periodo ci fu un rivolta contro la Francia, guidata da chi?
Dalla conferenza di Sanremo tenutasi nell'aprile del 1920 all'aprile del 1946
In quale periodo ci fu un rivolta contro la Francia, guidata da chi?
Nel 1925 e fu guidata da
Al-Atrash.
Quando la Francia
abbandona la Siria.
Nell'aprile del 1946
Quando la Siria diviene
una repubblica indipendente?
La Siria diviene una
repubblica indipendente nell'aprile del 1946.
Repubblica di Siria indipendente (1946 - 1966)
Quando si combatte la
prima guerra tra forze arabe e Israele perché?
Nel maggio 1948 all'indomani della proclamazione di Israele, perché gli stati arabi confinanti non erano d'accordo con la nascita dello stato di Israele.
Nel maggio 1948 all'indomani della proclamazione di Israele, perché gli stati arabi confinanti non erano d'accordo con la nascita dello stato di Israele.
Con chi e quando la
repubblica siriana firma un patto?
Nel novembre 1956 con L'Unione Sovietica.
Nel novembre 1956 con L'Unione Sovietica.
Chi e perché si
preoccupa della crescente potenza militare della Siria?
La Turchia perché temeva che la Siria volesse riprendersi la città di Iskenderun
La Turchia perché temeva che la Siria volesse riprendersi la città di Iskenderun
Quando si forma la
Repubblica Araba Unita che unisce Egitto e Siria?
Nel 1958
Nel 1958
Quando si separa la
Siria?
Nel settembre del 1961
Nel settembre del 1961
Chi detiene il potere
dopo il colpo di stato del 8 marzo 1963?
Il partito Ba'ath
Il partito Ba'ath
Siria Ba athista (1966-2016)
Chi si impadronisce del potere all'interno del partito Ba'ath nel 1966?
Salah Jadidi
Quando e tra chi è
combattuta la Guerra dei sei giorni?
La Guerra dei sei giorni fu combattuta nel giugno del 1967 da Israele contro l' Egitto e la Siria
La Guerra dei sei giorni fu combattuta nel giugno del 1967 da Israele contro l' Egitto e la Siria
Come termina?
La guerra termina con la vittoria di Israele e la sconfitta della Siria che perde le Alture del Golan
La guerra termina con la vittoria di Israele e la sconfitta della Siria che perde le Alture del Golan
Quando Hafez al-Assad
prende il potere?
Nel novembre del 1970
A quale minoranza religiosa musulmana appartiene Hafez al- Assad?
A quale minoranza religiosa musulmana appartiene Hafez al- Assad?
A quella degli Alawiti
Quando ci fu la guerra
dello Yom Kippur?
Nell'ottobre del 1973
Nell'ottobre del 1973
Quando si tennero gli
accordi di Camp David?
Nel 1978
Nel 1978
Perché furono
importanti?
Perché l'Egitto riconobbe
Israele
Cosa è avvenuto nella
città di Hama nel 1982?
Ci fu un massacro di civili,
in seguito allo scontro tra le forze militari del governo siriano e i
ribelli della Fratellanza musulmana
A quale guerra partecipa
la Siria nel 1990?
Alla guerra contro l'Iraq
Quando viene eletto
Bashar al-Assad?
Nel giugno del 2000 dopo la
morte del padre
Che cos'è “Damascus
Spring”?
Un movimento politico
popolare che vuole riformare il sistema politico
Come si comporta il
regime nei confronti del movimento?
Lo reprime imprigionando le
persone che lo animano
Quando è iniziata la Guerra Civile Siriana?
Nella primavera del 2011Che cos'è la Primavera arabaLa Primavera Araba è stato un grande movimento di protesta che ha investito i principali paesi arabi, Tunisia, Egitto, Turchia, Yemen e Siria, nella primavera del 2011Quale episodio ha dato inizio alla Primavera araba?
Quando è iniziata la Guerra Civile Siriana?
Nella primavera del 2011Che cos'è la Primavera arabaLa Primavera Araba è stato un grande movimento di protesta che ha investito i principali paesi arabi, Tunisia, Egitto, Turchia, Yemen e Siria, nella primavera del 2011Quale episodio ha dato inizio alla Primavera araba?
La rivoluzione tunisina del
dicembre 2010, esplosa dopo che, il 17 dicembre 2010, Tarek el-Tayeb
Mohamed Bouazizi, un venditore di frutta di ventisei anni, si è dato
fuoco per protesta contro i soprusi della polizia ed è morto.
Chi combatte la minoranze
alawita al potere in Siria?
I musulmani sunniti
Quando è stato proclamato lo Stato islamico di Iraq e Siria detto anche califfato?
Quando è stato proclamato lo Stato islamico di Iraq e Siria detto anche califfato?
Nel giugno del 2014
Che cosa ha provocato la
Guerra civile in Siria?
Centinaia di migliaia di morti, tra cui moltissimi bambini e milioni di profughi
Centinaia di migliaia di morti, tra cui moltissimi bambini e milioni di profughi
Quali sono gli attentati
terroristici rivendicati dall'ISIS compiuti tra ottobre e novembre
2015?
Quale decisione è stata recentemente presa dal Consiglio di sicurezza dell'ONU?
Quale decisione è stata recentemente presa dal Consiglio di sicurezza dell'ONU?
Articoli di approfondimento per la produzione del blendspace
"Siria un incubo chiamato "proxy war" la guerra per procura" di Gideon Rachman 7 ottobre2015 Il sole 24Ore (link all'articolo)
Negli anni 30 del secolo
scorso la guerra civile in Spagna risucchiò una gran quantità di
forze straniere, con i nazisti tedeschi a sostegno dei nazionalisti,
l'Unione Sovietica in aiuto dei repubblicani e gli idealisti di tutto
il mondo che si ammassavano per combattere con l'una o l'altra delle
parti in conflitto. Un'analoga “proxy war”, guerra per procura, è
in corso oggi in Siria, con i bombardamenti delle forze aeree sia
della Russia che degli Stati Uniti e i combattenti stranieri che si
riversano nel Paese.
La trasformazione di una
guerra civile in una guerra per procura tra potenze venute
dall'esterno è quasi invariabilmente uno sviluppo tragico e
pericoloso. In Siria, questo cambiamento ha reso la guerra più
lunga, più cruenta, più pericolosa per il resto del mondo e più
difficile da finire. Dopo quattro anni, una guerra civile
convenzionale avrebbe già potuto essersi spenta, offrendo ai siriani
qualche possibilità di ricostruire le loro vite e il loro Paese.
Tuttavia, con le potenze esterne che versano benzina sul fuoco del
conflitto, è evidente che solamente una qualche forma di accordo
internazionale può offrire una speranza per la conclusione delle
ostilità.
Che cosa succede
secondo il giornalista inglese quando una guerra civile si trasforma
in una guerra per procura?
Che cos'è una guerra per procura?
Purtroppo, sembra di essere ancora nel bel mezzo della fase di escalation, dal momento che le potenze esterne intensificano i loro sforzi sul campo di battaglia, sperando o di conseguire una vittoria per la “loro” parte oppure di garantirsi una posizione di maggiore forza in vista di eventuali colloqui di pace. Iran, Russia e le milizie Hezbollah sono intervenute a nome del regime del presidente Bashar-al-Assad. Stati Uniti, Arabia Saudita, monarchie del Golfo, Turchia, Francia e Regno Unito hanno sostenuto le forze di opposizione.
Che cos'è una guerra per procura?
Purtroppo, sembra di essere ancora nel bel mezzo della fase di escalation, dal momento che le potenze esterne intensificano i loro sforzi sul campo di battaglia, sperando o di conseguire una vittoria per la “loro” parte oppure di garantirsi una posizione di maggiore forza in vista di eventuali colloqui di pace. Iran, Russia e le milizie Hezbollah sono intervenute a nome del regime del presidente Bashar-al-Assad. Stati Uniti, Arabia Saudita, monarchie del Golfo, Turchia, Francia e Regno Unito hanno sostenuto le forze di opposizione.
Nel frattempo, gli
jihadisti stranieri continuano ad affluire verso la Siria per
combattere come aderenti all'Isis, l'autoproclamato califfato
islamico.
Quali sono gli
schieramenti in campo nella guerra per procura che si combatte in
Siria?
Le guerre per procura sono disastrose per i Paesi sul cui territorio vengono combattute, ma possono risultare molto pericolose per le stesse potenze che alimentano il conflitto. Il rischio più ovvio è che una guerra combattuta inizialmente attraverso alleati che agiscono per procura possa sfociare in un conflitto diretto. I Paesi che avevano sostenuto le opposte fazioni negli anni 30 in Spagna si ritrovarono poi a combattere direttamente, una contro l'altra, negli anni 40. Il pericolo che il conflitto siriano conduca a un scontro aperto tra iraniani e sauditi, o persino tra russi e americani, non può essere sottovalutato, in modo particolare quando le forze aeree rivali si stanno muovendo in un contesto operativo di stretta prossimità.
Tuttavia, i pericoli di
una guerra per procura vanno ben oltre il rischio di un conflitto
diretto. I focolai di un conflitto sono difficili da controllare una
volta che sono stati deliberatamente propagati. Il Pakistan e gli
Usa, per esempio, combatterono una guerra per procura contro l'Unione
Sovietica in Afghanistan negli anni 80, ma successivamente si
trovarono a soffrire molto per il “ritorno di fiamma” dei
militanti islamici che avevano appoggiato nel Paese.
Non è difficile vedere
come il conflitto siriano possa generare un analogo ritorno di fiamma
per alcune delle nazioni coinvolte nel conflitto.
Il governo dell'Arabia Saudita è chiaramente minacciato da alcuni degli stessi gruppi di militanti islamici che ha incoraggiato e sostenuto in Siria. La Russia, a sua volta, rischia di infiammare le popolazioni musulmane che vivono all'interno dei suoi confini e di essere pesantemente trascinata in un'altra guerra se anche il conflitto in Ucraina si incattivisce.
Malgrado questi rischi, le
potenze estere continuano a farsi coinvolgere nel conflitto, perché
temono che la loro sicurezza e il loro status possa indebolirsi se
consentono ad altre nazioni o credi religiosi di prendere
l'iniziativa.
L'esempio più evidente è
la battaglia tra le forze sunnite e quelle sciite dell'Islam. Il
regime di Assad è sostenuto dagli Stati a dominazione sciita, in
particolare Iran e Iraq. Le forze anti-Assad sono supportate dagli
Stati sunniti: Arabia Saudita, le monarchie del Golfo e la Turchia.
A questa contesa tra
potenze regionali si sovrappone lo scontro tra Russia e Usa, con la
prima schierata con Assad e i secondi che continuano a reclamare la
sua cacciata. La contesa Russia-Usa riguarda in parte l'influenza nel
Medio Oriente, ma presenta anche più ampi risvolti geopolitici e
ideologici. Mosca e l'Occidente stanno già ingaggiando una guerra
per procura sul futuro dell'Ucraina.
Quali sono gli stati
sunniti e quali quelli sciiti?
Come sono schierati la Russia e gli Stati Uniti?
Come sono schierati la Russia e gli Stati Uniti?
Sono inoltre ai ferri corti sul più generale concetto di sostegno a un “cambio di regime” contro i governi antidemocratici e oppressivi.
L'Isis aggiunge un
ulteriore strato di complicazione. In teoria, la minaccia dei
militanti jihadisti potrebbe unificare tutte le potenze esterne. In
pratica, le potenze occidentali hanno accusato la Russia di ignorare
in gran parte l'Isis e invece di puntare l'obiettivo sui gruppi più
moderati che combattono il regime di Assad, alcuni dei quali
beneficiano proprio del sostegno occidentale.
C'è un analogo fattore di
tensione, benché di profilo non così elevato, tra Usa e Turchia.
Di che cosa accusano la
Russia le potenze occidentali?
Gli americani hanno accolto con favore la disponibilità della Turchia a partecipare ai bombardamenti contro l'Isis, ma sono rimasti costernati nello scoprire che i turchi sono più inclini ad attaccare le milizie curde, tra le poche forze non-jihadiste a combattere Assad in modo efficace.
Tutte le nazioni che sono
intervenute in Siria sono motivate, in larga misura, dalla paura. I
sauditi temono l'ascesa dell'Iran e, a loro volta, gli iraniani
temono che il governo alleato in Siria venga rimpiazzato da uno Stato
ostile a dominazione sunnita.
Il presidente russo
Vladimir Putin – di fronte a un'economia che si contrae e allo
stallo in Ucraina – vuole prevenire un nuovo “cambio di regime”
sponsorizzato dagli occidentali. Gli Stati Uniti si sentono in dovere
di rispondere, per paura che l'amministrazione Obama sia nuovamente
accusata di accettare passivamente un declino della potenza
americana, secondo una percezione che rischia di risultare
auto-avverante.
Tutte queste nazioni
temono che le loro debolezze finiscano allo scoperto o addirittura
risultino accentuate se la loro parte viene vista “perdere” in
Siria. Tutti quanti sembrano incapaci di agire nel reciproco
interesse di porre fine a un conflitto che li minaccia tutti. Fino a
quando non decideranno di cooperare, lo strazio del popolo siriano
continuerà.
Copyright The FinancialTimes Limited 2015 (link all'articolo del Financial Times)
(Traduzione di Marco
Mariani)
L'Occidente nella trappola dell'odio tra sunniti e sciiti di AlbertoNegri 28 giugno 2015 Il sole 24Ore (link all'articolo)
Se martedì 30 giugno, salvo rinvii incombenti, venisse firmata l’intesa sul nucleare dell’Iran, questo sarebbe davvero un brutto colpo per l’Arabia Saudita e Israele ma anche per il Califfato e i jihadisti sunniti, i cui maggiori nemici, oltre ai curdi, sono proprio gli sciiti militanti: dalla repubblica islamica degli ayatollah agli Hezbollah libanesi, dal regime alauita di Damasco di Assad ai ribelli Houti dello Yemen. In apparenza un'intesa per mettere sotto controllo il nucleare iraniano dovrebbe tranquillizzare i rivali sunniti del Golfo e lo stato ebraico, in realtà questo accordo, sempre che si faccia, rilancia l’Iran, alleggerito dalle sanzioni, nel grande gioco internazionale.
Siamo a un punto di svolta perché si comincia a delineare una parte fondamentale del rebus mediorientale, le cui guerre sono arrivate a insanguinare il cuore del continente. Tra Arabia Saudita e Iran, l’Occidente è chiamato a scegliere nel conflitto tra sciiti e sunniti all'origine dell’attuale destabilizzazione mediorientale.
È un po’ come stare tra
Scilla e Cariddi, navigare pericolosamente tra un gorgo e uno
scoglio: da una parte l’Iran, che dalla rivoluzione islamica del
1979 di Khomeini ha rappresentato per tre decenni la roccaforte
anti-occidentale dello sciismo; dall’altra l’Arabia Saudita,
custode di Mecca e Medina, il più oscurantista dei Paesi arabi,
bastione del wahabismo, versione retrograda e ultra conservatrice
dell’Islam. Insomma siamo stretti tra due integralismi, con la
differenza che quello iraniano oggi è nemico dei nemici
dell’Occidente, cioè del Califfato e dei jihadisti, la cui
ideologia, affine all’Islam ultraortodosso saudita, è un’utopia
reazionaria contraria a ogni versione moderata e riformista della
religione del Profeta.Ma il rebus è assai complicato da sciogliere
proprio per gli interessi occidentali. L’Arabia Saudita e le
petromonarchie del Golfo sono tra i maggiori investitori in Europa,
rappresentano i ricchi clienti delle nostre industrie di armi e sono
da sempre strategici fornitori di petrolio. I rapporti politici con
il Golfo sono ambigui fino dagli anni ’80 quando Stati Uniti ed
Europa appoggiarono l’attacco iracheno di Saddam all’Iran: quel
primo conflitto nel Golfo, durato otto anni con un milione di morti,
fu l’apertura in grande stile della guerra tra sciiti e sunniti.
Allora l’Occidente e gli americani decisero di non scegliere: si
vendevano armi agli iracheni ma anche all’Iran. Dal conflitto, per
la teoria del “doppio contenimento”, non dovevano uscire né
vinti né vincitori.
Allo stesso tempo Riad era
diventato il grande alleato degli Stati Uniti contro l’Urss dopo
l’invasione sovietica dell’Afghanistan nel 1979: i sauditi
spesero 4 miliardi di dollari per appoggiare i mujaheddin contro
l’Armata Rossa e le monarchie del Golfo altri 50 per sostenere un
Saddam Hussein che alla fine del conflitto con l’Iran era così
indebitato fino al collo da decidere l’invasione del Kuwait nel’90.
Questo “equilibrio”,
come si vede molto precario, manovrato dall’Occidente e dagli Stati
Uniti, è stato rotto dall’invasione americana dell’Iraq del 2003
che ha consegnato il Paese alla maggioranza sciita esautorando i
sunniti. Tutto quello che vediamo oggi è una lotta tra chi vuole
conservare le posizioni raggiunte, gli sciiti, e le potenze sunnite
che cercano una rivincita frammentando l’Iraq e tentando di
abbattere in Siria Bashar Assad. Il califfato e i jihadisti sono
funzionali alla strategia sunnita che ha come obiettivo sconfiggere
l’Iran e tenere lontani da casa propria estremisti che contestano
le monarchie arabe.
Anche per questi motivi la
coalizione internazionale anti-Isis per le potenze sunnite è una
fiction. Perchè mai dovrebbero bombardare i jihadisti nemici
dell’Iran? Casomai li aiutano, in Iraq, in Siria, in Yemen, tutti
campi di battaglia di una guerra per procura in corso da anni. Se ne
libereranno, se ci riescono, più tardi.
L’espansione del
Califfato è stata resa possibile dagli errori dell’occidente, con
l’invasione Usa dell’Iraq e la disgregazione, sull’onda delle
primavere arabe, di stati come la Siria, accompagnata da quella di
Yemen e Libia. Oggi restano quattro sole potenze regionali: Turchia,
Iran, Israele e Arabia Saudita e di queste soltanto l’ultima è
araba. Ognuna ha i suoi obiettivi. La Persia dominare il Golfo, la
Turchia espandere la sua influenza nel Nord della Siria e dell'Iraq,
l’Arabia Saudita mantenere la leadership religiosa e ideologica del
mondo musulmano, Israele garantirsi a ogni costo la sopravvivenza.
Gli Stati Uniti, che non hanno più bisogno del petrolio mediorientale, hanno deciso di “guidare da dietro” questa transizione, mentre Mosca tiene le posizioni soprattutto in Siria con la base di Tartous. Quanto all’Europa oggi appare un cliente degli Stati del Golfo: non li influenza più, anzi ne è influenzata sotto il profilo economico ma anche politico. Ecco perché la guerra al Califfato e al terrorismo è così ambigua e finora tutto sommato inefficace. Vedremo tra qualche giorno se l’intesa possibile tra il Cinque più Uno e l’Iran diventerà una vera svolta o l’ennesimo rinvio delle scelte dell’Occidente.
A chi attribuisce il giornalista l'espansione del Califfato?
Quale differenza c'è tra l'interpretazione della situazione di questo giornalista e quella del precedente giornalista?
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