06 ottobre 2014

Roma conquista l'Italia


Dopo essere divenuta una repubblica, Roma, in poco più di due secoli, dal 509 al 272, sconfisse città e popoli italici ed estese il suo dominio su gran parte del territorio italiano.
Con i popoli sconfitti e le città conquistate Roma stabiliva patti e alleanze di diverso tipo.
I patti potevano essere foedera equa e foedera iniqua. I foedera equa erano patti tra pari che prevedevano un obbligo reciproco di difesa, i   foedera iniqua erano patti  che stabilivano gli obblighi dei socii, gli alleati, nei confronti di Roma; di solito gli alleati conservavano l'autonomia politica, ma dovevano fornire soldati e combattere per Roma. Nella maggior parte dei casi Roma stringeva con i popoli sconfitti foedera iniqua. 
soci  latini, ovvero i popoli latini alleati di Roma avevano alcuni diritti particolari, per esempio il diritto di conubium, ovvero il diritto di sposare un cittadino o una cittadina romana, e lo ius migrandi, diritto di migrazione, ovvero il diritto di trasferirsi a Roma e di acquisire la cittadinanza romana.
I cittadini delle città conquistate erano "cives cum suffragio", ovvero cittadini che godevano del diritto di voto dei cittadini romani, oppure  "cives sine suffragio" ovvero cittadini senza diritto di voto.
Il sistema di alleanze non era immutabile e le città e i popoli conquistati potevano acquisire o perdere vantaggi a seconda del loro comportamento con Roma.
Le terre espropriate ai popoli conquistati  erano chiamate ager publicus ovvero terra pubblica.  
Sull'ager publicus Roma fondava le colonie. La colonia romana era un territorio abitato da cittadini romani che avevano tutti i diritti civili e politici dei cittadini romani che abitavano a Roma. La  colonia latina era invece abitata  da cittadini provenienti dalle città latine alleate di Roma, questi cittadini non avevano i diritti politici dei cittadini romani e dovevano fornire soldati e combattere per Roma.
Questo sistema di conquista e di potere fece di Roma la città che avrebbe a lungo dominato su una vasta area delle terre intorno al Mediterraneo. Tra Roma e i popoli conquistati si realizzò lentamente un processo di acculturazione che portò  a una unificazione sociale e culturale.

La guerra contro Porsenna re di Chiusi (509-504 a.C.): Orazio Coclite, Muzio Scevola e Clelia.
I racconti delle più antiche guerre della repubblica romana sono avvolti in un alone di leggenda e narrano di eroi ed eroine che si sacrificano per la città.
Tarquinio il Superbo dopo essere stato cacciato da Roma aveva chiesto aiuto per tornare in città a Porsenna, re della città etrusca di Chiusi. Ma grazie al coraggio dei suoi cittadini Roma riesce a sconfiggere il nemico. Orazio Coclite  affronta da solo l'esercito di Porsenna, mentre i romani tagliano il ponte Sublicio sul Tevere, e poi si getta nel fiume e si salva a nuoto, come racconta Livio, oppure muore annegato, come racconta Polibio.
Muzio Scevola,  penetrato nell'accampamento etrusco con l'intento di uccidere il re Porsenna e avendo per sbaglio ucciso uno scrivano al posto  del re, lascia bruciare la mano destra su un braciere davanti al re e da allora fu soprannominato Scevola, cioè mancino.
Clelia una ragazza romana, prigioniera di Porsenna,  si libera e attraversa a nuoto il Tevere con altre donne romane, restituita a Porsenna, questi la libera colpito dal coraggio della giovane donna; a lei i romani eressero una statua che rappresentava una fanciulla a cavallo.
Porsenna, che aveva attaccato e assediato Roma per ristabilirvi Tarquinio il Superbo, alla fine fu costretto a ritirarsi.

La battaglia del lago Regillo e la lega latina (496 a.C.)
In seguito Roma dovette  affrontare le città latine, lo scontro si concluse con la battaglia del lago Regillo nel 496. Tra Roma e le altre città laziali fu stipulato un patto di alleanza tra pari. Nel 340 le città latine alleate si ribellarono, Roma le sconfisse e nel 338 sciolse la lega. Con i popoli e le città latine Roma stabilì patti di natura diversa, che riconoscevano la supremazia di Roma e legavano i popoli latini alle decisioni di Roma. I latini comunque godettero sempre di privilegi maggiori rispetto agli altri alleati dei romani. Per esempio quando si trasferivano a Roma potevano diventare cittadini romani in base allo ius migrandi, inoltre partecipavano alla divisione dei territori conquistati su cui venivano fondate colonie miste di Romani e Latini. 

Le guerre contro i popoli appenninici (Equi, Volsci, Sabini) (V secolo)

Insieme ai latini Roma combatté e sconfisse i popoli appenninici, Equi, Volsci e Sabini, che cercavano di stabilirsi nelle pianure latine. Durante queste guerre più volte i plebei si rivoltarono contro i patrizi chiedendo maggiori diritti. Nel 494 in seguito a una di queste rivolte la plebe ottenne l'elezione dei tribuni della plebe, magistrati inviolabili, che proteggevano i plebei dai soprusi dei patrizi. (vedi post la lotta tra patrizi e plebei)

La sconfitta di Veio (396 a.C.) 
Veio era una antica città etrusca situata a nord-ovest di Roma a poca distanza dalla riva destra del fiume Tevere. Le due città nel corso di più di trecento secoli si erano più volte scontrate per il controllo del commercio del sale sul fiume Tevere. Nel 396 l'esercito di Roma, comandato da Furio Camillo,  dopo un lungo assedio sconfisse e distrusse la città. L'ager veientanus, cioè il territorio della città, venne distribuito tra i cittadini romani, sia patrizi sia plebei.
Nel 1997  nel territorio dell'antica città è stato istituito un parco naturale ricco di siti archeologici.

L'incendio di Roma: i Galli Senoni saccheggiano la città (390 a.C.)  
I celti, o Galli, erano un gruppo etnolinguistico  di tribù, provenienti dall'Europa centrale (Austria, Germania meridionale, Svizzera) che a partire dalla metà del V secolo si diffusero in Europa. Alcune tribù di Celti si stabilirono nella Pianura padana e stabilirono la loro capitale a Midland, ovvero città "nel mezzo della regione", l'attuale Milano, detta dai Romani Mediolanum.
Nel 390 a.C. la tribù celtica dei Senoni guidata da Brenno sconfisse l'esercito romano nella battaglia di Allia e poi si diresse a Roma, la saccheggiò e incendiò. I Romani dovettero patteggiare il pagamento di un riscatto in oro perché i Galli abbandonassero la città.
Al saccheggio dei Galli è legato il famoso episodio delle oche del Campidoglio. Il Campidoglio era l'unico luogo sfuggito alla razzia  dei Galli, la notte che questi avevano deciso di attaccarlo le oche sacre a Giunone starnazzando avvertirono i soldati che respinsero l'assalto al colle.
Dopo l'assedio e l'incendio dei Galli i Romani costruirono una nuova cinta muraria, le cosiddette mura serviane, una parte di queste antiche mura è ancora visibile nei pressi della Stazione Termini.

Le guerre sannitiche (343-290)
I Sanniti erano una federazione di tribù che abitavano la regione appenninica dell'Italia centro meridionale, corrispondente all'incirca alle attuali regioni di Molise, parte della Campania, dell'Abruzzo e della Basilicata, con capitale Boviano (attuale Bojano).
Roma entrò in conflitto con i Sanniti quando a partire dalla metà del IV secolo cominciò ad espandersi verso sud, oltre il fiume Liri, nel territorio di influenza sannita. Durante la seconda guerra sannitica, nel 321, Roma subì una grave sconfitta, i Sanniti umiliarono i soldati romani costringendoli a passare sotto dei bastoni infilati a terra, le forche caudine. Fu una delle sconfitte più gravi della storia romana. La seconda guerra sannitica si concluse, nel 304, a favore dei Romani, che costrinsero i Sanniti a stipulare un trattato, in cui rinunciavano al controllo della valle del Liri e delle città campane a sud del fiume.
Pochi anni dopo i Sanniti, insieme agli Etruschi, i Galli e gli Umbri, attaccarono di nuovo  i Romani con l'obbiettivo di sconfiggerli e bloccare la loro espansione in Italia.
Nel 295 a Sentino, nel territorio delle attuali Marche, ci fu la "battaglia delle nazioni", i Romani vinsero e si imposero come dominatori. I Sanniti resistettero ancora combattendo fino al 290, ma alla fine si arresero,  divennero alleati di Roma e per lungo tempo dovettero combattere per i Romani.

La conquista di Taranto (280-272 a.C.) 
Taranto, colonia spartana fondata nel 706 , era divenuta nel corso del V secolo la principale città della Magna Grecia.
Nel corso del IV secolo le città  della Magna Grecia subirono gli attacchi dei popoli italici, Sanniti, Bruzi e Lucani, dai quali non riuscirono a difendersi.
I Romani, già da tempo in contatto con le città greche di Cuma e  Napoli, dopo la sconfitta dei Sanniti, si allearono con i Lucani che volevano conquistare Taranto.
La città tentò di difendersi chiamando in suo soccorso prima la madrepatria e poi il re dell'Epiro Pirro, ma nonostante due vittorie nel 280 e 279, (vittorie inutili da cui l'espressione "vittoria di Pirro"), alla fine Pirro fu sconfitto e Taranto venne conquistata da Roma nel 272 a.C.. 
Al termine della guerra contro Taranto il territorio che Roma aveva conquistato e messo sotto il proprio controllo comprendeva la maggior parte dell'Italia a sud del Lazio.
Da Taranto giunse a Roma, come schiavo, Livio Andronico, che diede inizio alla letteratura latina con la traduzione in latino dell'Odissea di Omero e con le prime commedie e tragedie del teatro latino.

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