L'interno del mausoleo dove sono custodite le sepolture delle vittime del massacro. |
Sergio Mattarella, dodicesimo
presidente della repubblica italiana eletto il 31 gennaio 2015, dopo
la comunicazione ufficiale della nomina si reca al "Mausoleo
nazionale di tutti i caduti nella lotta di liberazione per dare
libertà e indipendenza alla patria" delle Fosse Ardeatine.
"L'alleanza tra Nazioni e popolo - ha detto - seppe battere l'odio nazista, razzista, antisemita e totalitario di cui questo luogo è simbolo doloroso. La stessa unità in Europa e nel mondo saprà battere chi vuole trascinarci in una nuova stagione di terrore". (fonte: www.repubblica.it ).
"L'alleanza tra Nazioni e popolo - ha detto - seppe battere l'odio nazista, razzista, antisemita e totalitario di cui questo luogo è simbolo doloroso. La stessa unità in Europa e nel mondo saprà battere chi vuole trascinarci in una nuova stagione di terrore". (fonte: www.repubblica.it ).
Roma, Via Rasella, 23 marzo 1944: una
bomba esplode improvvisamente colpendo un drappello di soldati SS.
L’attentato, come verrà reso noto in seguito, è un avvertimento
della Resistenza italiana contro gli invasori tedeschi. La
rappresaglia nazista scatta immediatamente: per ogni tedesco ucciso
pagheranno con la vita dieci italiani, scelti tra i detenuti politici
e comuni di Regina Coeli e del carcere di via Tasso. È Herbert
Kappler il comandante delle SS che compila la lista delle vittime e
che, quattro anni più tardi, racconterà, nel corso del processo a
suo carico, la dinamica dell’eccidio. Il 24 marzo le vittime
designate raggiungono le cave di pozzolana lungo la via Ardeatina,
scelte per l’esecuzione. Un trafiletto su Il Messaggero del giorno
dopo notifica al mondo che il massacro si è compiuto.
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